Opinioni

Anticipazione. Le riforme finanziarie in Vaticano. Obiettivo trasparenza

Federico Lombardi giovedì 3 dicembre 2020

Il cammino delle riforme finanziarie vaticane e l’obiettivo della trasparenza

Questo articolo di padre Federico Lombardi è un estratto di un intervento più ampio pubblicato nel numero 4.091 (5/19 dicembre 2020) di 'La Civiltà Cattolica'

Nel contesto della globalizzazione e degli sviluppi della finanza mondiale e del terrorismo internazionale (l’attentato alle Torri Gemelle segna la storia contemporanea), la preoccupazione per le attività criminose nel campo economico e finanziario, per il riciclaggio del denaro proveniente da questi e altri crimini e per il finanziamento del terrorismo è molto cresciuta e ha portato gli Stati a sviluppare nuove normative e convenzioni internazionali per contrastare tali fenomeni. Anche il Vaticano è stato necessariamente coinvolto in questi processi. Quando ha desiderato entrare nell’area dell’Euro e ha firmato perciò una nuova Convenzione con l’Unione Europea (18 dicembre 2009), si è obbligato ad aderire a una serie di impegni che hanno richiesto una vera trasformazione del sistema di vigilanza e controllo.

Ciò ha comportato nuove leggi dello Stato della Città del Vaticano, l’istituzione di un nuovo organo di vigilanza – l’Aif (Autorità di informazione finanziaria) –, l’attribuzione al Tribunale dello Stato della Città del Vaticano della giurisdizione per indagare e perseguire eventuali crimini commessi contro le nuove leggi anche dal personale e nelle attività degli organismi della Santa Sede, l’accoglienza delle ispezioni del Comitato internazionale Moneyval per la valutazione periodica dell’attuazione e dell’efficacia delle misure di prevenzione e contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo ecc. In questo contesto le decisioni fondamentali vengono prese da Benedetto XVI con il 'Motu proprio' del 30 dicembre 2010, ma tradurle in realtà è molto impegnativo anche per istituzioni preesistenti che non erano dimensionate per questi compiti (ad esempio, il Tribunale e la Gendarmeria). Il pontificato di papa Francesco si pone in continuità con gli sviluppi precedenti, ma dà anche impulsi nuovi, mirando a realizzare una riforma complessiva della Curia romana, che contenga al suo interno una riforma dei dicasteri e organismi del campo economico. La strada si manifesta accidentata e a volte l’intenzione di rinnovare o 'fare pulizia' porta a decisioni drastiche o dolorose, ma – secondo il metodo della gradualità usato dal papa Francesco – si riescono a raggiungere i risultati oggi acquisiti.

Il pontificato di Francesco è in continuità con gli sviluppi precedenti, ma dà impulsi nuovi per una riforma più ampia della Curia romana

Il 'Consiglio dei 15 cardinali' viene sostituito da un nuovo 'Consiglio per l’economia', con compiti di vigilanza e di indirizzo sull’insieme delle attività economiche; costituito da un Presidente cardinale, da sette membri ecclesiastici di alto rango e da altri sette membri (si noti: non consulenti, ma membri effettivi) laici, esperti nel campo. Nel recente rinnovo di questo Consiglio, ben sei di questi membri sono donne. Viene costituita una nuova Segreteria per l’economia (si noti: 'Segreteria' e non 'Segretariato', per affermarne l’alto livello di responsabilità), che assorbe i compiti, che erano esercitati dalla Prefettura degli affari economici, di controllo dei bilanci delle diverse istituzioni e di redazione del bilancio consolidato, ma anche con maggiori poteri di intervento per la realizzazione di una 'politica economica' complessi- va, sotto la guida del Consiglio per l’economia. Viene anche costituito un nuovo Ufficio del Revisore generale, ispirato alla tradizione anglosassone, con funzioni di controllo e revisione dei bilanci. La novità di queste due ultime realtà fa sì che la definizione delle loro competenze attraversi un periodo di tensioni e di messe a punto, sia rispetto alle competenze dell’Apsa, sia rispetto a quelle della Segreteria di Stato. A ciò si aggiunge la situazione particolare delle accuse di tutt’altra natura e del processo in Australia al card. George Pell, che deve sospendere la sua attività come guida della Segreteria per l’economia. Ne seguirà un certo stallo di queste riforme prima di poterle rilanciare in un clima più costruttivo. Su un altro versante, papa Francesco interviene sullo IOR, affinché sia portata a termine l’operazione, avviata già sotto il pontificato precedente, di revisione completa dei conti esistenti e per il varo di un nuovo Statuto, che limiti più rigorosamente l’attività dell’Istituto alle finalità di servizio di istituzioni ecclesiastiche e di persone della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano e garantisca la piena conformità alle normative interne e internazionali, con particolare attenzione alla prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo. Questo importante impegno è andato in porto con il nuovo Statuto dello Ior dell’8 agosto 2019.

Ma anche tutto il complesso delle norme e istituzioni vaticane per la vigilanza contro le attività illegali e criminali è stato aggiornato e rafforzato. In particolare, l’Aif nel 2019 ha avuto un nuovo Presidente e un aumento del personale, e ora è stato annunciato un ulteriore aggiornamento dello Statuto. Come il Papa stesso ha fatto notare, il sistema edificato in questi anni si sta dimostrando efficace: le recenti inchieste relative ai discussi investimenti a Londra e alle vicende connesse, nonostante gli echi sulla stampa, hanno preso le mosse non da denunce giunte dall’esterno, ma da segnalazioni giunte dall’interno della realtà vaticana (concretamente dallo Ior e dal Revisore generale), e sono tuttora in corso, condotte sotto la guida del Promotore di giustizia (il 'Pubblico Ministero') del Tribu- nale dello Stato della Città del Vaticano. Sul fronte della riorganizzazione e del coordinamento dei dicasteri economici il cammino è stato ripreso con la nomina del nuovo Prefetto della Segreteria per l’economia, p. Juan Antonio Guerrero. In due interviste ai media vaticani, egli ha delineato la linea seguita d’accordo con il Consiglio per l’economia, lavorando in collaborazione con l’Apsa, la Segreteria di Stato, la Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli e il Governatorato dello Stato. P. Guerrero ha messo anzitutto bene in luce che «non siamo un’impresa. Non siamo un’azienda. Il nostro obiettivo non è fare profitto. Ogni dicastero, ogni ente, compie un servizio. E ogni servizio ha dei costi. Il nostro impegno deve essere quello della massima sobrietà e della massima chiarezza. Il nostro deve essere un bilancio di missione. Cioè un bilancio che mette in relazione i numeri con la missione della Santa Sede. Questa, che sembra una premessa, è la sostanza della questione».

Bisogna capire che la diplomazia del dialogo e della pace, la comunicazione di ciò che fa e dice il Papa, il sostegno alle Chiese povere e in difficoltà, e così via, sono attività che hanno dei costi e non generano entrate. Perciò vanno sostenute con le offerte e con la buona amministrazione dei beni di cui si dispone. Ora, proprio per contenere e razionalizzare le spese e garantire la più corretta gestione delle risorse senza sacrificare i fini della missione si mira a centralizzare gli investimenti finanziari, migliorare la gestione del personale, migliorare la gestione degli appalti. A proposito di quest’ultimo punto, il 19 maggio di quest’anno è stato pubblicato il nuovo codice delle 'Norme sulla trasparenza, controllo e concorrenza dei contratti pubblici della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano', che, oltre a razionalizzare, intende bandire i rischi di clientelismi e favoritismi nel campo degli appalti, con le loro conseguenze negative di ordine economico e morale. Per quanto riguarda la centralizzazione degli investimenti, le disavventure dell’Ufficio amministrativo della Segreteria di Stato hanno condotto infine a una decisione netta del Papa per il trasferimento, senza ritardi ulteriori, da questo all’APSA della gestione e dell’amministrazione di tutti i fondi finanziari e del patrimonio immobiliare di cui disponeva (senza mutarne la finalità, che va comunque rispettata). Inoltre, la Segreteria per l’economia assumerà le funzioni di controllo e vigilanza in materia amministrativa e finanziaria su tutti gli enti della Curia romana o a essa collegati, compresa la Segreteria di Stato e gli enti che precedentemente vi facevano capo. Per materie economiche 'riservate', sottoposte a segreto, la Segreteria di Stato dipenderà poi da una Commissione che è stata nominata a questo scopo dal Papa il 5 ottobre 2020.

Il sistema di vigilanza è stato riformato Bisogna continuare a impegnarsi per dare testimonianza di sobrietà e di saggezza, di trasparenza e onestà nell’uso delle risorse a disposizione

Con ciò si delinea un aspetto importante della riforma complessiva della Curia, che non è solo economico. La funzione della Segreteria di Stato – che, come afferma il Papa, rimane «senza ombra di dubbio il dicastero che sostiene più da vicino e direttamente l’azione del Santo Padre nella sua missione, rappresentando un punto di riferimento essenziale della vita della Curia e dei dicasteri che ne fanno parte » – viene liberata dal peso e dai rischi di essere un centro di potere economico autonomo dal sistema complessivo di controllo e vigilanza della Curia, a tutto vantaggio – pensiamo – delle sue funzioni essenziali di servizio al Santo Padre e di cuore della sua 'diplomazia' in tutto il mondo. Il 'Vaticano', sia come piccolo Stato, sia come Santa Sede (cioè centro e governo della Chiesa nel mondo), sta affrontando la difficile sfida di operare nel campo economico e finanziario nel contesto della realtà sempre più complessa – e diciamo pure anche più insidiosa – del mondo moderno globalizzato. Ciò impone non soltanto il rinnovamento dell’organizzazione generale e delle tecniche amministrative, ma anche – come abbiamo visto – lo sviluppo di sistemi complessi di controllo. Anche se a volte questi possono apparire eccessivi per la 'piccola' realtà vaticana, bisogna continuare a impegnarsi perché essa possa dare, nella misura maggiore possibile, testimonianza di sobrietà e di saggezza, di trasparenza e onestà nell’uso delle risorse economiche e finanziarie per la sua grande missione spirituale.