Caro direttore, come semplice credente mi sembrava che la parola 'Misericordia', tema del Giubileo che stiamo vivendo, fosse un po’ riduttiva, ma ripensandoci bene mi sono accorto che può essere vista come un acronimo M.I.S.E.R.I.C.O.R.D.I.A. che riepiloga le caratteristiche di Dio. Infatti, Dio è materno perché anche se Padre, è ricco di tenerezze materne. Egli è imperante (sopra di Lui c’è solo Lui). È la speranza (Luce del mondo); l’energia (tramite la preghiera e la contemplazione dona la forza per affrontare la vita di tutti i giorni); il rinnovamento (ispira azioni di cambiamento di noi stessi). Dio è impenetrabile (i suoi pensieri non sono gli stessi nostri pensieri), ma è anche carità (sa di cosa abbiamo veramente bisogno e provvede al momento opportuno). Dio è ordine (chi ha fede non è nel caos e distingue il bene dal male); egli è la redenzione (ci libera dalle nostre povertà). Il Padre è dolcezza (anche se a volte bastona, lo fa senza farti troppo male); resta imperturbabile (qualsiasi evento non lo scuote dalla sua posizione al centro del Creato), ma è sempre amore (ne abbiamo avuto testimonianza dalla vita di Gesù e da tutti coloro che lo hanno seguito nei secoli successivi). Ecco, questa è proprio la Misericordia. Che bello.
Michele Salcito Grazie della sua densa riflessione, caro amico. Mi permetto solo di aggiungere che la Misericordia non è mai« riduttiva». Dice tanto perché, ci insegna il Papa, è «il nome di Dio». Che cosa c’è di più grande dell’Amore che si china su chi è caduto e ha bisogno – e chiede – di rialzarsi? (mt) EGITTO E CASO REGENI: ALLE PAROLE SEGUANO I FATTI Caro direttore, sabato scorso 2 aprile ho letto, senza grande sorpresa, la provvidenziale dichiarazione del Ministero dell’Interno egiziano che ammette l’«attenzione» dei servizi segreti di quel Paese alle attività e ai contatti del povero Giulio Regeni. Mi auguro che, tra Roma e il Cairo, segni la rimessa in moto di una vera attività di 'scavo' su quella amarissima vicenda criminale. E spero che dia frutti concreti la decisa, a parole, presa di posizione del presidente al-Sisi in favore di una svolta dell’inchiesta congiunta Egitto/Italia, che permetta di porre sotto i riflettori l’azione di distorte frange dei servizi segreti egiziani. Ritengo che sia questa la strada maestra, l’unica per fare giustizia e per evitare una rottura di rapporti diplomatici e commerciali utili a entrambi i Paesi.
Eugenio Ginocchio Camogli (Ge)
MATERNITÀ E INFANZIA: INDIFFERENZA E UMILIAZIONI Caro direttore desidero portare una testimonianza che ben riassume quanta ingiusta disattenzione ancora c’è da parte dello Stato nei confronti della maternità e dell’infanzia. La gravissima crisi della natalità è anche il risultato delle ingiustizie subite dalle donne che nel nostro Paese hanno ancora il coraggio di avere figli. Ho visto una giovane donna con un lattante in braccio e un bimbetto per mano, che si allontanava, in lacrime, dall’ufficio di un Patro- nato. Ho saputo trattarsi di una ragazza non sposata, laureata, adesso disoccupata, forse proprio perché madre di due bimbi avuti con un uomo che oggi risiede in un’altra provincia e che, probabilmente, non è in grado di darle un sostegno economico. Quella ragazza in lacrime, aveva appena scoperto di non avere diritto né al bonus bebè, né agli assegni familiari. Per avere gli 80 euro/mese del bonus bebè è infatti necessario che il reddito Isee, somma dei 'redditi dei genitori' (anche se non sposati e non conviventi) nell’anno precedente alla nascita del bambino beneficiario dell’assegno, non superi i 25mila euro. E lei aveva avuto circa 10mila euro dai nonni, un prestito-regalo come aiuto nelle difficoltà. Neanche gli assegni familiari le sono dovuti perché non è una lavoratrice dipendente. Infatti ha lavorato sempre come collaboratrice a tempo determinato e adesso è disoccupata. Infine, avendo avuto un reddito di poco superiore a 10 mila euro, non è esente dal pagamento del ticket e ne ha dovuto pagare di salati per esami in gravidanza (46 euro per il monitoraggio alla 40ª settimana) previsti dai protocolli scientifici, ma non riconosciuti nella tabelle per l’esonero dal ticket. Che tristezza l’umiliazione vissuta da quella giovane madre che aveva creduto agli annunci di aiuti alla maternità. Temo che l’aborto in queste circostanze sia una tristissima costrizione per le donne più deboli e indifese, mentre avere figli e crescerli, dentro e fuori il matrimonio, sta diventando quasi un atto di eroismo, nell’indifferenza generale.
Francesco Petrolito Siracusa
IL PAPA, IL GIUBILEO E GLI IMPRENDITORI Caro direttore, vorrei tornare alla storica udienza del Papa a Confindustria (27 febbraio 2016), anche in considerazione del fatto che è prevista per il 14 maggio un’udienza anche per le imprese di commercio, artigianato, agricoltura. Vari i convegni e le celebrazioni (come la Messa a San Giovanni in Laterano il 13 maggio) in vista dell’evento. Dà i brividi – di fede, di benevolo stupore – leggere i titoli di simposi che accostano l’uomo, capo di impresa, al Nome dell’Altissimo (come: 'L’imprenditore collaboratore di Dio'). Non c’è da meravigliarsi: chi svolge un’attività economica non deve forse organizzare i fattori della produzione con la saggezza del buon padre di famiglia, tutelando l’integrità fisica e morale dei collaboratori? C’è da moralizzare ogni scelta produttiva per salvare l’economia: quelle che coinvolgono la natura (vedi Terra dei fuochi), come quelle che riguardano il lavoro umano (da salari infimi, sfruttamento, dignità calpestata) e quelle finanziarie (da risorse malinve-stite, corruzione…). L’impresa, come ha sottolineato papa Francesco nell’udienza generale dello scorso 25 febbraio, deve utilizzare ricchezza e potere in vista del bene comune, con giustizia e carità. Apprezzabili in questo senso gli incontri promossi dalla Camera di Commercio di Roma (ricostituita nel 1831 con editto di un cardinale, Tommaso Bernetti) sui temi del Giubileo. Perché il Parlamento non fa altrettanto?
Stefania Giordani Roma