Opinioni

Manovra 2017. Maxi sconto ai ricchi stranieri. Un ciaone ai contribuenti

Francesco Riccardi sabato 29 ottobre 2016

Dopo il semicondono sulle cartelle esattoriali, la tassa a forfait per i super-ricchi che trasferiscono la residenza nel nostro Paese. Forse stavolta riusciremo a conquistare il cuore – e il portafoglio – di Sergio Marchionne l’italo-canadese fiscalmente svizzero: l’intenzione del governo è infatti quella di attirare più persone facoltose possibile nel nostro Paese, offrendo loro un super-maxi-sconto sulle imposte da pagare.

La norma è spuntata nel testo della legge di Bilancio consegnata ieri alla Camera, a sorpresa rispetto alle slides presentate da Matteo Renzi ormai due settimane fa, nelle quali non se ne faceva cenno. In sintesi, all’articolo 22, si prevede che il cittadino straniero possa trasferire in Italia la residenza, godendo della possibilità di versare un’imposta sostitutiva pari a 100mila euro l’anno per un minimo di 9 anni e un massimo di 15 sui redditi esteri. Allo stesso modo, i familiari - che godranno della stessa possibilità di soggiornare nel nostro Paese - potranno optare per il versamento di un’imposta sostitutiva forfettaria pari a 25mila euro l’anno. Il tutto senza neppure l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi stessi o passare da un Caf come noi contribuenti mortali.

In sostanza, il governo italiano comincerebbe così ad applicare proprio quei metodi di tax ruling, di "adattamento personalizzato" dell’imposizione fiscale finora fortemente osteggiati perché in uso nei paradisi fiscali o in Paesi europei come il Lussemburgo e l’Irlanda. Accordi che, per quanto riguarda finora le imprese, non le persone fisiche, sono stati da ultimo stigmatizzati dalla stessa Unione Europea e sanzionati quali aiuti di Stato. E certo qui l’aiuto ai facoltosi appare piuttosto evidente, assai meno quello alle casse dello Stato e al bene comune. Il governo spera in effetti di attirare ricchi investitori, accontendandosi di poco sulla tassazione dei loro profitti e redditi conseguiti all'estero, purché riversino qui denari, creando sviluppo. Grazie a uno sconto, dal loro punto di vista, davvero "appetitoso": 100mila euro di imposte, infatti, da noi si pagano su un reddito di circa 250mila euro. Un imprenditore che guadagnasse 2 milioni l’anno risparmierebbe così ben 750mila euro di tasse, con un’aliquota media di appena il 5%... praticamente nulla.

Un bel "ciaone" non solo a quei (pochi in verità) benestanti sopra i 250mila euro di reddito che si ostinano a pagare le tasse, ma anche a tutti noi modestissimi contribuenti che di aliquota media versiamo il 15, 30, 40%.