Opinioni

Ma non si può difendere le famiglie per poi pensare di separarle

Marco Tarquinio giovedì 11 aprile 2019

Caro direttore,
da pochi giorni reduce dal 'Congresso mondiale delle famiglie' di Verona, il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha cercato di dividere alcuni nuclei familiari... Di fronte ai 64 naufraghi raccolti dalla Alan Kurdi e ospitati a bordo di quella stessa nave, ha infatti pensato di concedere lo sbarco alle famiglie con figli, ma solo con le madri. I padri sarebbero stati invece obbligati ad andare in una nazione diversa da quella delle mogli e dei bambini. Perché? Perché una simile cattiveria senza senso? Dicono che queste famiglie, queste persone lasciate da giorni a bordo della nave messa in mare da un’organizzazione umanitaria tedesca, rappresentino una minaccia per la nostra sicurezza nazionale. Affermazione palesemente falsa, priva di buon senso e offensiva nei confronti delle persone libere. I potenti, cambiando il significato delle parole, perpetrano impunemente violazioni dei diritti umani. E se il popolo assiste impassibile, senza reagire, alla violenza e alla menzogna del Potere, allora significa che ci stiamo quasi rassegnando, come già in passato, al trionfo della menzogna e dell’illibertà. Io credo che ci sia da pregare per il nostro Paese e anche per il ministro Salvini, perché nessuno sia accecato dal rancore e dall’odio razziale.

Carlo Vallenzasca Seriate (Bg)

Ha ragione, caro amico: non si dividono le famiglie. Soprattutto quando sono in difficoltà, quale che sia la loro condizione e il colore della pelle di chi le compone. Anche la figlia del presidente Trump lo ha detto chiaro e tondo a suo padre, l’uomo che oggi guida la nazione più potente al mondo, quando si rese conto che i bambini latinos migranti irregolari negli Usa venivano separati dai genitori e 'ingabbiati' lontano da loro. Ma neppure lei sembra aver ottenuto buoni e definitivi risultati. Per questo non si può tacere né lasciar correre. E lei fa benissimo a ricordarlo. Sì le famiglie non si dividono. Per lei, caro signor Vallenzasca, come per me, non è solo un modo di dire. Credo che non lo sia anche per tanti altri in questo nostro Paese e in tutto il mondo. Giusto pregare, allora, perché persone e situazioni cambino. E altrettanto giusto impegnarsi, ognuno per la propria parte, perché questi incubi di parole tradite e di gesti cattivi e incoerenti con la nostra civiltà finiscano presto. Il vero 'ordine' non è mai disumano.