«Ma le parole non bastano più». Per questo noi diamo fatti
Caro direttore,
«Che cosa può reggere l’urto del tempo?». Una delle cose che si imparano subito alla scuola dei ragazzi, per chi ha la grazia e la pazienza di stare con loro, è che o ci sono esperienze reali da mostrare, o nulla si comunicherà, anche di ciò che riteniamo più importante. Abbiamo riposto per troppo tempo la speranza nei discorsi, nelle raccomandazioni, nelle lezioni, nelle prediche... adesso non regge più nulla di fronte all’urto del tempo che sembra travolgere ogni cosa. Anche questa estate per me è la conferma di questo metodo, che a ben vedere è sempre stato quello del Dio cristiano. Parti per le vacanze con i ragazzi e pensi a chissà quali insegnamenti trasmettere loro, nella speranza che li imparino alla svelta in modo da vederli cambiare in un attimo. Poi, al ritorno, ti accorgi che l’unica cosa che hanno guardato è il modo con cui sei stato con loro. Sorge quindi all’istante il rammarico per le occasioni perse e per le energie investite in altro, ma grazie a Dio l’Essenziale passa sempre: messaggi e dialoghi lo hanno confermato. Cosa abbiamo da mostrare? Cosa può reggere l’urto del tempo? Solo l’incontro con qualcuno che fa sul serio, lasciando l’iniziativa a Cristo che sa bene come intercettare il cuore dell’uomo. Per questo mi addolora vedere come si perda tempo in queste settimane in inutili polemiche purtroppo aizzate da coloro che dovrebbero avere bene in mente che il metodo di Dio non è la gara a trovare un 'nemico' su cui scaricare la nostra incapacità a mostrare fatti perché ci sono rimaste solo le parole. Se abbiamo dei fatti da mostrare raccontiamoli, altrimenti è meglio consegnare in bianco, l’urto del tempo ci ha lasciato senza parole.
don Simone Riva, Cinisello Balsamo (Mi)Grazie, caro don Simone, per il tuo servizio ai più giovani e per la tua saggezza che ci serve come il pane. Proprio come i fatti che su queste pagine - da cronisti quali siamo, da persone di coscienza, e da cristiani - ci impegniamo a mettere ogni giorno a disposizione di quanti sanno vedere e vogliono dire con noi il gran bene che continua ad accadere, ma non ignorano l’ingiustizia e non tacciono davanti a essa.