Coronavirus. Ma baci e abbracci ritorneranno
Andrà tutto bene. Anche se questa sarà l’ennesima domenica bestiale, in cui ti svegli e il primo pensiero che fai è: ma è un film quello che sto vivendo? Stai in casa e ti vedi alla tv tutto Cannes, Venezia, Berlino... e Giffoni o i cartoni con i figli. Magari, quando questo reality in cui siamo tutti attori protagonisti finirà, avremo un Paese di esperti di cinema, nuovi attori, registi emergenti, maa soprattutto spettatori preparati e pronti a tornare ad affollare i cinema. Le sale di casa si svuoteranno e quelle cinematografiche torneranno ad essere colme di gente e di umanità, tipo quella di Nuovo Cinema Paradiso.
Già, il Paradiso. Stiamo vivendo una stagione all’inferno, tutti quanti, appassionatamente. Ma se stai chiuso in casa, con la tua famiglia, a giocarti questo “nascondino” universale, poi alla fine vinci in premio la tua vita, sana e rinnovata. Credici. Puoi rimettere a posto la libreria e cominciare a leggere, magari come non hai mai fatto prima. Potresti spegnere un attimo il pc o il telefonino e riprovare l’emozione di scrivere una lettera a un amico perduto o un amore lontano che ti aspetta... come tua madre che non vede l’ora che scendi da Milano per il pranzo di Pasqua, «anche solo per un abbraccio».
Lo so che non è facile vivere senza baci e abbracci. Ci vuole un gran talento per resistere a quest’anestesia totale dei sensi e delle emozioni libere. È un assurdo quotidiano, fatto di attesa, «ma pensa ai nove mesi di una donna...», mi suggerisce una nonna vagamente “destabilizzata”.
È lei la foto di questi tempi, assai poco moderni. Nonna Rosa alle 8 del mattino è già in strada che va a fare la spesa alla bottega sotto il palazzo e quando torna la scena, da sette giorni di cattivi pensieri in qua, animata da nipoti appena svegli che l’attaccano dalla finestra: «Ma dove vai in giro nonna?». Sono i nipoti che chiedono agli «anziani» (non chiamateli vecchi, vi prego), le figlie che invitano le madri a stare a casa per non prendersi il virus.
Pippo con il coronavirus si è rimesso a studiare, ha scoperto «che in streaming è meglio». Si concentra di più, del resto la sua è o non è la generazione digitale? La giornata, come la notte, è lunga da passare. E non c’è neanche un prete per chiacchierare (anche se non è vero, perché il web e le chat in questi giorni ne sono pieni). Ma la musica almeno non è mai finita. Ce n’è tanta, e per tutti i gusti. Alla radio, in Rete. Diodato fresco vincitore di Sanremo in Instagram si racconta, ti spiega che lui la “resistenza” a Taranto, tra i veleni dell’Ilva, la fa da quando è nato e che comunque siamo qui, ci siamo. Sì, deve essere così. Andrà tutto bene!