Il direttore risponde. «Lorenzin venga qui, a capire»
Caro direttore,
l’ex ministro della Salute, Renato Balduzzi, nel mese di gennaio venne in parrocchia a Caivano. Insieme girammo per le campagne scempiate. Nel congedarsi, mi abbracciò forte e, con le lacrime agli occhi, disse: «Grazie... siete dei veri eroi». Qualche giorno prima, in un convegno ad Aversa, aveva ripetuto anche lui la vecchia, insopportabile storiella dei campani che muoiono più che altrove per i loro «stili di vita». Fu in quella occasione che il dottor Antonio Marfella – oncologo, tossicologo in prima linea in questa terribile e faticosissima lotta per l’ambiente e la salute – chiese e ottenne la parola e, in modo mirabile, spiegò come stavano veramente le cose. In prima fila sedevano i tecnici del ministero, il vescovo di Aversa monsignor Spinillo, il dottor Donato Cafagna e io. Ebbene, pubblicamente, Balduzzi, si rivolse ai suoi collaboratori e, con garbo, li redarguì: «Ma queste cose non me le avete mai dette…». Chiese poi al dottor Marfella di affiancarli nel loro lavoro al Ministero per arrivare quanto prima a una soluzione condivisa.
La caduta del governo Monti ha rallentato tutto. Tre mesi prima, l’ex ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, nello sfogliare, al Viminale, l’album fotografico che le avevamo portato e che ritraeva discariche abusive e roghi tossici, sconsolata, sospirò: «Ma è uno scempio… Mamma mia! … è una vera tragedia… mi avevano detto che era tutto finito…». Fu in quella occasione che decise di mandare in Campania il vice prefetto di Milano, Cafagna. Pochi giorni fa, il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, in parrocchia, a Caivano, ha chiesto scusa ai cittadini della «terra dei fuochi e dei veleni» per la sciagura che sono costretti a sopportare da anni sulla loro pelle. Promise di interessarsi per l’inasprimento delle pene dei criminali che sversano, avvelenano, uccidono e la fanno in barba a tutti.
In questi giorni, invece, l’attuale ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ritorna alla storiella antica: in Campania il cancro miete più vittime per gli «stili di vita» dei cittadini che fumano troppo, si alimentano male e non fanno prevenzione. Ci alimentiamo male. Sfido io. Con quello che producono le nostre terre, come potremmo alimentarci bene? E l’aria ammorbata dai roghi tossici che siamo costretti a respirare non è forse peggio del tabacco? E l’acqua proveniente dalle falde già inquinate?
Lunedì, a Capodrise, nel Casertano, si sono svolti i funerali di Francesco. Aveva solo 8 anni. Cancro. Di certo non fumava e ti assicuro che la mamma era attenta alla sua alimentazione. Caro direttore, le parole del ministro Lorenzin ci fanno più male di una picconata in testa. Sono pericolosissime e dannose. Danno ragione ai criminali e ai camorristi. Occorre riparare subito. Qui la gente muore. E non per modo di dire. Con due giornalisti delle "Iene", siamo stati a far visita prima ai malati di cancro, poi ai morti che riposano nel cimitero di Caivano. Le tombe di bambini, adolescenti, giovani, genitori non ancora anziani sono veramente tante. Troppe. Faccia marcia indietro, il ministro. Si prenda la briga di dare un’occhiata all’inchiesta che "Avvenire" sta portando avanti da un anno. Venga a Caivano, come hanno fatto i suoi colleghi. E, soprattutto, si metta a lavorare e faccia lavorare seriamente perché, una volta per sempre, si abbia l’onestà intellettuale di ammettere il nesso di causalità tra patologie tumorali in continuo, esponenziale aumento e milioni di tonnellate di rifiuti industriali sversati, interrati e dati alle fiamme nelle nostre campagne.
Direttore, a nome di migliaia di famiglie, ti dico un grazie grande quanto il sole, per l’immenso aiuto che "Avvenire" sta dando alla nostra causa, alla nostra terra, al futuro delle nuove generazioni.
padre Maurizio Patriciello, Caivano (Na)