L'intervento. L'Italia delle aree interne ha un sentiero tracciato
Caro direttore,
finalmente possiamo annunciare di aver rispettato gli impegni presi con l’Italia interna e con chi, da anni, si batte per questa parte così importante e trascurata del Paese. Ieri, con l’ingresso dell’area Piana del Cavaliere (Abruzzo), della Medio Agri e Medio Basento (Basilicata) e del Fortore Beneventano (Campania) abbiamo completato la definizione dei 43 territori aggiuntivi che beneficeranno degli investimenti della Strategia Aree interne nel ciclo 2021-2027, insieme con le Isole Minori anch’esse portate all’interno della Snai.
Abbiamo accelerato questo percorso per senso del dovere verso oltre tredici milioni di italiani che abitano i 4.000 borghi e piccoli Comuni lontani dalle aree metropolitane, marginalizzati dallo spopolamento, dall’invecchiamento della popolazione, dalla diminuzione qualitativa e quantitativa dei servizi essenziali e dal degrado dell’immenso patrimonio naturale e culturale. Avevamo fatto loro precise promesse, dovevamo mantenerle, le abbiamo mantenute. Nella Relazione che ci apprestiamo a trasmettere al Cipess sono orgogliosa di aver potuto annotare non solo il completamento di tutti i 72 accordi del ciclo 20142020, alcuni dei quali bloccati da anni, ma anche l’estensione della mappa e dei relativi investimenti per gli interventi del prossimo futuro.
Sono grata ad Avvenire che è stato il quotidiano che con più costanza, anche grazie alla preziosa opera di monsignor Felice Accrocca, ha raccontato e denunciato il 'muro' della diseguaglianza che divide i cittadini delle grandi zone urbane da chi ha fatto altre scelte, è rimasto nel luogo dove è nato, spera ancora in un futuro in quei bellissimi paesi dove si conservano radici, tradizioni, relazioni insostituibili. Come ci ricorda una delle più celebri frasi di Don Milani, non c’è nulla di più ingiusto che fare parti uguali tra diseguali. Ho cercato di riequilibrare queste 'parti' non solo attraverso la Strategia delle Aree Interne ma con ogni altra iniziativa e attività del ministero del Sud.
E anche in questo la voce della Chiesa e dei parroci è spesso stata un utilissimo orientamento. Penso a don Maurizio Patriciello e alla sua battaglia quotidiana per tenere ragazzi e famiglie lontane dalla criminalità e dalle bande: siamo riusciti a garantirgli un efficace sistema di videosorveglianza, con l’investimento di un milione di euro nel Contratto Istituzionale di Sviluppo per la Terra dei Fuochi. Ma penso anche, e ne sono fiera, ai Livelli essenziali di prestazione per gli asili nido, il trasporto scolastico dei ragazzi con disabilità e gli assistenti sociali, che siamo riusciti a fissare e finanziare nell’ultima legge di bilancio. Già quest’anno abbiamo 'accompagnato' al nido 15mila bambini in più e quindi investito anche nell’assunzione di maestre, puericultrici, assistenti in luoghi dove questi bellissimi lavori non avevano più 'mercato' per la ventennale assenza di infrastrutture sociali.
E ancora, il confronto con il Terzo Settore è stato prezioso per orientare i bandi sull’assegnazione dei beni confiscati alle mafie e sugli interventi per combattere la povertà educativa, che proprio in questi giorni si sono concretizzati nel finanziamento di 220 progetti. L’approvazione della nuova mappa delle aree interne formalizzata ieri è uno degli ultimi atti 'importanti' che porto a termine da ministro del Sud, prima di passare le consegne al futuro esecutivo. Il mio auspicio è che gli strumenti attivati, i finanziamenti individuati e approvati, le iniziative deliberate, siano 'messi a terra' con continuità, sconfessando la pessima abitudine del passato per cui ogni governo disfaceva ciò che aveva fatto il precedente.
So che Avvenire continuerà a vigilare, come ha sempre fatto, su questa importante partita. Sono determinata a farlo anche io, seppure da una posizione differente da quella che ho ricoperto finora.
Ministra per il Sud e la Coesione territoriale