L'appello. L'Italia archivi la crisi e al G20 guidi il fronte «vaccino per tutti»
Caro direttore, il mondo è angosciato. Tutti noi siamo preoccupati e in ansia per lo sviluppo degli eventi sotto l’attacco della pandemia. Dobbiamo essere coscienti del fatto che potremmo essere soggetti a ogni imprevedibile mutamento del virus con conseguenze nemmeno immaginabili. La scoperta del vaccino, fortunatamente più d’uno, ha permesso di intravvedere una luce in fondo al tunnel. Un sospiro di sollievo dopo mesi e mesi cupi, di lutti, sofferenze e dolori indicibili. Eppure, non siamo ancora fuori da un incubo fatto di restrizioni fisiche, disagi innumerevoli, danni economici di enorme portata. I popoli sono piegati, e il nostro Paese ha pagato sinora un prezzo altissimo.
La pandemia fa ancora vittime, il contagio percorre l’intero territorio nazionale e, nonostante anche errori e omissioni, si sta provando a contenerne la diffusione, ma sappiamo che solo una campagna di vaccinazione di massa potrà farci vincere la battaglia. Gli ostacoli, però, non mancano. Le forniture ai Paesi della Ue, concordate sotto l’egida della Commissione europea, stanno subendo ritardi e nel mondo si è aperto un dibattito anche acceso sul 'diritto al vaccino' che sottende il diritto dell’intera umanità a proteggersi dalla minaccia mortale. Insomma, c’è o non c’è il diritto di ogni persona ad avere il vaccino, senza oneri, indipendentemente dalla propria condizione e nel più veloce tempo possibile? Papa Francesco lo ha ben presente e ce lo ha già ricordato.
Lasciare da parte qualcuno sarebbe un delitto contro l’umanità. Il profitto in questa vicenda non può avere cittadinanza. In questo contesto, mi permetto di avanzare una proposta al Governo italiano, a tutte le forze politiche responsabili, all’intero gruppo dirigente del Paese. L’Italia, dallo scorso dicembre, ha assunto la guida del G20, il consesso dei Paesi più importanti del mondo e che rappresentano il 90% del Pil del pianeta. In questa veste, anche in vista del Summit mondiale sulla Salute che si terrà a Roma il 21 maggio insieme alla Commissione Ue, l’Italia si faccia promotrice da oggi di una grande proposta politica lanciando la parola d’ordine «Vacciniamo tutto il mondo». Il G20 dovrebbe assumere un impegno d’onore creando le condizioni, produttive e giuridiche, perché questo obiettivo sia raggiunto entro la fine dell’anno in tutto il pianeta. Si tratta di mettere in campo tutte le energie possibili in uno sforzo mai visto al di là di ogni contrapposizione di natura politica o economica. La nuova leadership degli Stati Uniti è un buon auspicio su questa strada. Se del caso, si arrivi a un pronunciamento dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite e del Consiglio di Sicurezza.
Una proposta del genere darebbe lustro e prestigio al nostro ruolo di presidenza del G-20 e, in generale, sul piano internazionale. Se questo è il contesto, è ben evidente che il nostro Paese non si può permettere il lusso di precipitare in una crisi politica di incerta e lunga durata. Per questa ragione sarà bene che si faccia in queste ore il massimo sforzo per ricomporre le divergenze in seno al Parlamento al fine di rafforzare, se del caso, l’attuale maggioranza.
È necessario uno sforzo sincero per ricostituire l’originaria maggioranza (Pd-M5s-Leu-Italia Viva) anche allargando il campo a tutte quelle componenti del Parlamento, laiche e cattoliche, liberali e socialiste, fedeli allo spirito europeista, desiderose di dare un serio apporto nel segno della democrazia e del bene del Paese. Di fronte a una situazione sanitaria drammatica, non si può, con disinvoltura, pensare alla campagna elettorale. Sarebbe incomprensibile e irragionevole. I cittadini non capirebbero. Tutti, nessuno escluso, diano prova di umiltà e di ragionevolezza. Ciascuno rinunci a un pezzetto del proprio punto di principio per favorire il rilancio di un Governo forte e autorevole che porti a fondo la vaccinazione e avvii la ripresa economica garantita dalle risorse europee.
Medico ed europarlamentare Pd-Demos