La gravità della lode a Hitler. La casalinga di Padova e l’accademico di Siena
C’è stata nei giorni scorsi una donna di Padova, una mia concittadina cioè, che ha fatto una sparata pro-nazismo, con toni derisori e offensivi per chi ricorda e condanna i lager. Sono uno che li ha visti, li ricorda e li condanna, e trovo inaccettabile che qualcuno li possa difendere. Inaccettabile vuol dire condannabile, moralmente ma anche legalmente. Ci dovrebb’essere una pena. Tuttavia avevo deciso di non rispondere alla mia concittadina, ritenendola disinformata. Il suo stesso marito rimase stupefatto per le sue parole, non sapeva che fosse una neo-nazista. Ma diceva, quella donna, nelle interviste, che nei lager «i prigionieri eran trattati bene, perché c’erano perfino la piscina e il cinema».
La piscina? Il cinema? Ma sa di cosa parla? Evidentemente non ha mai visto un lager. Non è malvagia. È disinformata: malvagio è uno che, se vede un forno a Birkenau, esclama 'Mi piace'. Ma questa donna non era mai uscita di casa. Se avesse visto un lager, non parlerebbe così. Un lager come lo vedi capisci che chi lo aveva inventato e lo faceva funzionare non aveva un’idea di umanità né un’idea di Dio. Fai un passo dentro Birkenau, arrivi dove finisce la ferrovia e i treni urtavano contro la barriera di fine corsa, ti guardi intorno, vedi la selva di baracche scheletriche, reticolati, postazioni per i guardiani armati, e pensi che chi ha fatto quel posto ha tradotto in realtà la sua idea di Inferno. L’Inferno dev’essere così. L’Inferno di Dante, in confronto, è un posto passabilmente spassoso. Ad Auschwtiz 1 ci sono ancora le forche, la forca multipla, capace di reggere 6 impiccati, e la forca singola, per 1 solo. Questa è su ruote, la spingi fino alla baracca dove c’è da impiccare un ribelle, di solito uno che aveva rubato del pane. Per dire che un lager ha piscina e cinema bisogna essere ignorante.
Pietà per lui. Come si può correggerlo? Semplice: basta fargli vedere un lager. Però se non sa queste cose è anche colpa sua, perché cinema, tv e letteratura hanno raccontato spesso storie di lager, è il più grande trauma non solo del Novecento, ma della storia in assoluto. Ma ieri è saltato fuori un professore universitario a dire le stesse cose della mia incolta concittadina, anzi delle cose peggiori. E cioè a riprodurre, nella sua pagina di twitter, una foto di Hitler col suo cane Blondi e questa didascalia: «Vi hanno detto (è Hitler che parla) che sono stato un mostro per non farvi sapere che ho combattuto contro i veri mostri che oggi vi governano dominando il mondo».
Dunque combattendo Hitler non abbiamo combattuto contro un mostro, ma in favore dei mostri che lo attaccavano. Abbiamo sbagliato nemico. Abbiamo combattuto il Bene e fatto trionfare il Male. Naturalmente il professore è stato sommerso di critiche. E lui risponde così: «I gentili contestatori del mio tweet non hanno compreso una cosa fondamentale: che Hitler, anche se non era certamente un santo, in quel momento difendeva l’intera civiltà europea». Prendo le dichiarazioni dall’agenzia Adnkronos, non modifico nulla. Rileggo: «L’intera civiltà europea» era nel nazismo. La riserva «non era certamente un santo» è riferita all’uomo, ma non intacca il sistema, l’opera, la storia. Tra il cinema e la piscina sostenuti dalla mia concittadina, e la difesa della civiltà europea affermata da questo docente universitario, credo che questa seconda posizione sia più drammatica. La mia concittadina fa la casalinga. Lo Stato può lasciarla fare quel che fa adesso, pagandola quel che la paga, cioè niente.
uesto professore però insegna Filosofia del Diritto e Filosofia Politica, è pagato per questo, può continuare a insegnare il contrario di quel che ci insegna la Storia, ed essere pagato? Me lo chiedo. Dandogli quel ruolo, lo Stato ne fa un suo rappresentante, quel che dice il professore nelle lezioni universitarie è un po’ come se lo dicesse anche lo Stato. In quella porzioncina di Stato che è l’università di Siena, gli studenti imparano che il nostro Stato rimpiange che la Seconda guerra mondiale non l’abbia vinta il nazismo, perché con quella vittoria noi oggi ci troveremmo a proseguire nel solco della civiltà europea. Che è quella nazista.