Opinioni

Il direttore risponde. A proposito della legge (e di noi)

sabato 15 gennaio 2011
Caro direttore, a me sembra che i nostri grandi magistrati della Consulta, dopo tante ore di riflessione, si sono rivelati incapaci di risolvere il problema del "legittimo impedimento". Hanno passato la patata bollente al giudice che, in caso di necessità, deciderà se riconoscere o meno il diritto di legittimo impedimento a chi guida il Governo della Repubblica (o ne fa parte). Io, semplice cittadino, e docente di filosofia, so che un capo del Governo ogni giorno ha il compito di scegliere anche uno solo dei cento problemi che deve affrontare, e questo problema è sempre molto più importante di tutti i motivi che può avere un semplice cittadino, per non andare in tribunale. Sarebbe così strano, così lontano dal buon senso, riconoscere a un capo del Governo – chiunque sia – un perenne legittimo impedimento?

Corrado Camandone

Signor direttore, leggo tutti i giorni i quotidiani on line e oggi (ieri, ndr) ho visto che avete fatto un grande sconto al nostro purtroppo presidente del Consiglio indicando che è indagato per concussione. L’80% degli Italiani non sa neppure cosa voglia dire concussione e quindi la notizia passerà come la solita manovra contro il Cavaliere. Vi siete dimenticati che è indagato anche per prostituzione minorile perché la famosa bella marocchina Ruby era minorenne all’epoca dei fatti. Lo avete fatto apposta, complimenti! Ma come fate a non capire che Silvio Berlusconi da ormai 15 anni si è introdotto con i suoi soldi e con il suo potere mediatico ed è riuscito a cambiarci?. Ci ha resi tutti peggiori. Non vedete che maleducazione, che mancanza di valori, che egoismo c’è in giro? L’educazione civica fatta sparire dall’insegnamento che è delegato solo alla tv e alla pubblicità. Gente che per i soldi fa qualsiasi cosa… E se non sei come lui, non vai avanti. Resti indietro, senza speranze di migliorare le tue condizioni di vita. Chi ha avuto il coraggio di mettersi di traverso è stato spazzato via. Però questo asservimento a colui che vi aiuta a difendere i valori su cui la Chiesa si è arroccata proprio non lo capisco. Dovrebbe essere la Chiesa con tutta la sua influenza a spazzarlo via.

Riccardo Taschin, Roma

Vorrei non ricevere lettere così, soprattutto perché vorrei vivere in un Paese nel quale non v’è stile di vita personale, motivo d’indagine e sospetto di attacchi ingiusti che induca ad alzare scudi grandi o piccoli attorno a chi governa e dove non si dà fiato a polemiche senza capo né coda.Cominciamo da questo secondo problema, che è quello rappresentato dalla seconda lettera pubblicata qui a lato. Lei mi conferma, gentile e indignatissimo signor Riccardo, che si vede solo quel che si vuole vedere e si arriva a leggere solo quello che è funzionale ai propri intenti polemici. Già, perché nell’informazione di Avvenire (anche su internet) nulla anche stavolta è stato “censurato”, ma tutto – come sempre – è stato ed è scritto nero su bianco. Compresi i presunti reati («concussione» e «prostituzione minorile») per i quali il presidente del Consiglio Berlusconi è di nuovo sotto inchiesta per iniziativa di magistrati della Procura di Milano. Naturalmente noi scriviamo dopo aver “verificato”, cioè non sulla base di informazioni fornite da altri mass media, ma andando alla fonte primaria della notizia. È così che si fa giornalismo, e noi lo facciamo per convinzione e senso di responsabilità: i nostri lettori non casuali lo sanno, e sanno che non nascondiamo alcunché e non scriviamo baggianate. I suoi commenti finali mi confermano che lei ha opinioni chiare e veementi e, almeno sul ruolo della Chiesa, idee assai confuse e straordinariamente simili a quelle propagandate da certi ben conosciuti megafoni anti-cattolici… Rispetto i suoi sentimenti forti – anche se condivido totalmente solo la sua indignazione per la sparizione (che sta sulla coscienza di molti, non di uno solo…) dell’educazione civica – e proprio per questo mi permetto un consiglio: provi a sgombrarsi le orecchie e ci vedrà decisamente meglio. Quanto, infine, allo “spazzare via”, le rispondo – per la mia piccola parte – che sono di un’altra scuola: dei governi, in democrazia, decidono gli elettori e i Parlamenti, nessun altro. A me, poi, hanno insegnato – e mi sforzo di vivere in questo modo – che l’unico “spazzar via” sensato è quello che si fa davanti alla porta di casa. Significa fare il proprio dovere e non arrendersi a nessuna sporcizia. È così che si tiene pulita la città dell’uomo, cioè quella casa di tutti che chiamiamo Italia.La prima lettera pone un problema ben diverso: può un uomo di governo essere esentato dal rendere eventualmente conto della sua condotta presente e passata per tutta la durata del servizio pubblico che svolge? Può, insomma, per un tempo determinato essere permanentemente al di sopra della legge? Francamente, caro professor Camandone, credo di no. Si possono porre argini alle interferenze perniciose tra poteri dello Stato (e ne abbiamo viste in questi anni …), ma nessun uomo di governo dovrebbe essere posto o dovrebbe porsi al di sopra della legge. E, aggiungo e sottolineo, nessun giudice. A questo si deve stare. (mt)