Il direttore risponde. Legge 40, propaganda e realtà
Gentile direttore,
ringrazio Antonio Meo che nella sua lettera (Avvenire, 1 ottobre, p. 31) mi chiede di spiegare che cosa significhi che la dottoressa Eleonora Porcu nel 2005 abbia difeso la legge 40. Avendo il dovere di rispondere, gli ricordo che per la dottrina cattolica «la crioconservazione di ovociti in ordine al processo di procreazione artificiale è da considerare moralmente inaccettabile» (Istruzione Dignitatis Personae, 2008, n. 20). La tecnica usata da Porcu può essere conforme alla legge 40, ma è espressamente condannata dalla morale cattolica: i cattolici la potranno tollerare turandosi il naso, ma non salutarla con entusiasmo e approvazione. L’annuncio in prima pagina con plauso del quotidiano cattolico è in pratica una sconfessione del Magistero, quasi a dire che alla fin fine la bontà morale è ormai dettata dalla legge 40. Il significato della difesa della legge è che sulla fecondazione assistita c’è oggi tra i cattolici una gran confusione di idee su ciò che è giusto credere, affermare e fare, confusione che rilevo con interesse perché è preludio a quel cambiamento di paradigma morale che da laico auspico da tempo.
Maurizio Mori - Presidente della Onlus "Consulta di Bioetica"