Opinioni

Tragedie. Dalle Torri Gemelle al rogo di Murcia, quei «ti amo» prima di morire

Riccardo Maccioni lunedì 2 ottobre 2023

Un messaggio arrivato in diretta dall’orrore. L’unica dichiarazione d’amore che un genitore non vorrebbe ricevere mai. Dall’altra parte del telefono la voce della figlia: «Stiamo per morire, mamma ti amo». L’inferno da cui veniva la voce è l’incendio della discoteca di Murcia, in Spagna, in cui sono morte tredici persone, quasi tutte giovanissime. La voce è in realtà un urlo, un grido cui consegnare le parole più importanti mai dette, perché le ultime, perché rivelano chi sei, chi eri. E allora non c’è spazio per l’odio o la violenza, resta solo un cuore messo a nudo, rimane il filo sottile che ci lega alla radice del vivere. E che si alimenta di bene, il ricostituente che ti dà forza quando ogni cosa sempre perdere senso.

A Murcia, come nella tragedia dell’11 settembre 2001 quando i passeggeri dell’aereo che stava per schiantarsi lasciarono le loro parole d’addio in segreteria telefonica: «Ti amo tanto. Dì ai miei figli che li amo tanto». E ancora: «Ho bisogno di dirti quanto veramente ti ami». E persino: «So che hai una relazione nuova. Ma nonostante ciò che possa accadere oggi sappi che ti amo». Murcia come le Torri Gemelle, come l’incendio alla Grenfell Tower di Londra nel 2018 con il povero Marco destinato a morire che prova a tranquillizzare i genitori. Perché è difficile capire chi debba superare la prova più grande, se chi muore o chi sopravvive. Di sicuro, queste tragedie lasciano in eredità un insegnamento importante: non bisogna aspettare a confessare a chi ami quanto conta per te. E non c’è timidezza, vergogna, orgoglio che tengano. Il cuore ha bisogno di raccontarsi, di più: confessare il bene è un dovere.

Una donna piange davanti alla discoteca di Murcia devastata dalle fiamme - ANSA

E se poi soffrirai un po’ che importa? L’amore non è mai sprecato, è contagioso anche se non corrisposto, regala bene anche a chi sembra rifiutarlo. Ma a guardarla dentro la tragedia di Murcia ci lascia un altro testamento spirituale: non esiste l’amore dell’ultimo minuto, esistono cuori così straripanti d’affetto che lo diffondono anche quando in apparenza non serve a niente. Adesso le cronache spagnole ci dicono che le discoteche bruciate non avevano la licenza per restare aperte: ci saranno inchieste, verranno individuati i responsabili. Forse quelle morti potevano essere evitate. Serviranno, si spera, a evitare nuove tragedie. A scongiurare storie dolorose in cui le parole d’amore sono un biglietto o un messaggio su cui piangere. E non, come dovrebbe essere, aria fresca per respirare a pieni polmoni una vita bella.