L'intervento. La promessa è stata mantenuta (e ora potete fare un bel tuffo in piscina)
Mamma mia, che ti combina il peccato. Appena gli dai un po’ di confidenza, ti prende, ti avvolge, t' incatena e ti porta dove tu non saresti andato mai. Ti benda gli occhi e ti impedisce di vedere il bene. Certe cose non si capiscono, almeno io non ci riesco.
A Caivano, un centro sportivo enorme viene realizzato con denaro pubblico - cioè di tutti - per dare la possibilità ai bambini di un quartiere pericolosamente a rischio di giocare, divertirsi, stancarsi. E non cadere nelle grinfie della malavita. La camorra, i venditori di droga hanno bisogno di manodopera spicciola, i minorenni sono ricercatissimi: rischiano poco, fruttano molto. Occorre arrivare prima, non solo per strapparli dalle mani di questi loro nemici, ma per poterli appassionare al bene, al bello. Occorrono colori, musica, sport, studio, volontariato. E adulti responsabili, capaci di farsi modelli e compagni di strada dei fanciulli.
A Caivano il centro sportivo di cui parliamo, viene vandalizzato, nessuno se ne cura; in breve si trasforma in una discarica per rifiuti tossici, nessuno parla. Sembra proprio che a nessuno importi. Il problema è che, quando si mette in mezzo la politica, essa non crede più a nessuno. Intendiamoci, non ha tutti i torti. In quella vasta area che marcisce, ci vado spesso; e ogni volta provo una picconata in testa. Possibile? mi chiedo. Possibile che a nessuno interessi? Intanto fotografo, filmo, denuncio, faccio appelli. Scrivo, tento di coinvolgere altre persone. Tutti mi danno ragione, ma quasi tutti, alla fine, si arrendono. Sono un credente, ho scommesso la vita su Gesù e sulla sua Parola. So che la rassegnazione non è una virtù, ma, al contrario, potrebbe essere un peccato.
Indignarsi è un dovere ma da solo non basta. Occorre darsi da fare, chiamare a raccolta persone e istituzione di buona volontà. Adoperare tutti gli strumenti che si hanno a disposizione e avere la pazienza di attendere. Venerdì 25 agosto 2023. Invio alla presidente del Consiglio - che non ho mai incontrata - un messaggio: «Giorgia, per favore, vieni. Vieni a vedere come sopravvivono i dannati del “Parco verde. Vieni e facci sentire italiani, europei». Il 31 dello stesso mese, eccola arrivare in parrocchia con alcuni ministri del suo governo. Si mette in ascolto. Prende impegni precisi, dà, addirittura, delle scadenze. Non posso crederci.
Le dico: «Presidente, noi sappiamo applaudire e fischiare. Di fischiare, però, siamo stanchi. Per favore, prenditi i nostri applausi». In poco tempo, Caivano è rivoltata come un calzino. Un Commissario del governo, Fabio Ciciliano, viene a stare con noi, mentre altri tre prendono le redini della macchina comunale sciolta per infiltrazioni mafiosa. C'è tanto da fare. Iniziano i lavori di ristrutturazione del parco giochi. Le Fiamme oro avanzano senza sosta. Martedì 28 maggio 2024, non sono passati ancora nove mesi da quando Giorgia Meloni mi ha dato la sua parola. È il grande giorno.
Eccola, ritornare a Caivano per l'inaugurazione del centro nuovo. Meraviglia delle meraviglie. Dopo la morte, la risurrezione. L'acqua limpida della piscina riflette, attraverso grandi vetrate, la luce che viene dall'esterno. Più di quaranta attività sportive sono già pronte e attendono i ragazzi. Il giardino profuma di primavera. C'è aria di festa. Voglia di dire “grazie”. C’è chi si preoccupa di mettermi in guardia da possibili strumentalizzazioni politiche. Cose vecchie. Avviene così da sempre. C'è tanta voglia di lasciarsi alle spalle un passato meschino, di fare ammenda, di chiedere perdono, soprattutto ai piccoli, e ricominciare. Anche le polemiche con il presidente della regione Campania impallidiscono davanti a tanta gioia.
La cosa che più di tutte mi fa felice è poter dire ai bambini e ai giovani della mia parrocchia e alle migliaia di studenti che incontro in giro per l'Italia: «Vedete, ragazzi? Non è vero che è inutile lottare. Non è vero che lo Stato è un signore distante e distratto. Non è vero che arrivati a sedere su una poltrona, chi ci chiese il voto, poi se ne frega di noi. È vero, invece, che non dobbiamo mollare mai; avere una testa dura come le pietre e un cuore grande quanto il Vesuvio. Occorre insistere, osare. E continuare ad amare tutti: buoni e cattivi, amici e nemici. Avete capito? E adesso, per favore, lasciatemi pregare il vespro e andate a fare un bel tuffo in piscina»