Lettera al direttore. Le donne di Colonia e noi: non guerra ma cantiere
Caro direttore,
l’episodio orrendo di Colonia è un atto di guerra. Inutile attribuirlo ai “fumi dell’alcol”. È stato un atto organizzato e un messaggio molto esplicito alla civiltà europea e ai suoi valori. La storia, anche recente, ci insegna che il corpo delle donne è sempre stato un campo di battaglia e lo stupro di massa un atto di guerra. Vogliamo o no aprire gli occhi?
Io vivo in Belgio da 26 anni. Che mi dicano oggi che il Paese è la capitale europea del terrorismo islamico non mi stupisce affatto. Da almeno un decennio esistono a Bruxelles dei quartieri nei quali le donne non possono circolare se non intabarrate, velate o accompagnate. Quartieri nei quali bande di ragazzotti simili a quelli di Colonia assaltano le donne con i capelli sciolti, e li strappano. Io stessa ho commesso l’errore, qualche anno fa, di affittare un loft a Schaerbeek, quartiere gemello dell’ormai arcinoto Molenbeek. Avevo una bella terrazza che ben presto non ho più potuto usare: appena uscivo spuntavano gli avvoltoi del vicinato, cominciavano gli insulti. Volgari, aspri, violenti. Una donna sola non può essere altro che una poco di buono... Poi qualcuno ha cominciato a rubare la mia posta: hanno scassinato la cassetta delle lettere. Di notte i soliti ignoti mettevano le lettere sotto la mia porta. Sono abituata a vedere carovane di burqa con carrozzine e barbuti che guatano i «sales belges» (gli «sporchi belgi»). Attaccare le donne europee, che incarnano tutto quello che gli integristi detestano, è un messaggio molto preciso: siamo qui, vi domineremo, voi siete pecore e noi siamo leoni.
Decine di donne assaltate da gruppi di uomini che infrangono la loro integrità umana e femminile, lasciandole traumatizzate e piene di lividi. «Ora ho paura a uscire», ha ammesso una di loro. Ma cara, è proprio questo il loro scopo. Che tu smetta di uscire, di studiare, di lavorare, di cantare, di suonare, di scrivere, di esistere. Che si voglia o meno, questi episodi sono destinati a ripetersi. Perché questi sono in guerra contro di noi. Se avete una figlia, una sorella, una moglie, ditele che molta parte dell’avvenire dell’Europa si giocherà sulle donne, sul loro corpo e sulla loro libertà. Che dovranno brillare per sconfiggere chi vuole la tenebra e il caos, che dovranno custodire la fiamma della libertà e prepararsi a difenderla. Come, non lo so. Dovremo scoprirlo, tutti insieme.