Il commissario Ue. Lavoro e diritti sociali le nuove sfide
Negli ultimi anni i cambiamenti climatici, la distruzione dell’ambiente naturale e gli sviluppi tecnologici hanno suscitato una risposta senza precedenti da parte della comunità internazionale, ma resta ancora molto da fare. Con un’industria che si fa progressivamente più verde e digitale, la vita lavorativa di milioni di europei cambierà. L’invecchiamento della popolazione e l’aumento dell’aspettativa di vita pongono inoltre nuove sfide per i nostri sistemi sanitari e di protezione sociale.
Gli attuali indicatori sociali sono positivi: negli ultimi dieci anni 7 milioni di persone sono uscite dalla povertà e dall’esclusione sociale, tuttavia le diseguaglianze permangono, e molti ancora faticano ad arrivare alla fine del mese. Non tutti hanno accesso a un’istruzione o a un’assistenza sanitaria di qualità. Inoltre siamo ancora lontani dal colmare il divario retributivo di genere. La nuova Commissione europea, che si è insediata a dicembre, ha già definito gli ambiti in cui sarà indispensabile un intervento a livello della Ue. Con il Green Deal della presidente della Commissione Ursula von der Leyen, l’Europa ha dato voce all’ambizione di diventare il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050.
Questa transizione genererà nuove opportunità commerciali, ma richiederà anche un cambiamento dei nostri modelli di produzione, delle nostre abitudini di consumo, della maniera in cui ci spostiamo e di quello che mangiamo. Ciò porterà alla comparsa di nuove industrie innovative e competitive, di nuovi modi di guadagnarsi da vivere e della necessità di sviluppare nuovi insiemi di competenze. Nel contempo, l’avvento dell’intelligenza artificiale e della robotica comporterà il cambiamento di molti percorsi professionali, alcuni dei quali potrebbero persino scomparire. La protezione sociale nel nuovo mondo del lavoro deve essere garantita anche, e in particolare, ai lavoratori precari.
È necessario intervenire per consentire lo sviluppo delle nostre future forze lavoro, affinché possano cogliere le opportunità e far fronte alle sfide. L’economia sociale di mercato innovativa e inclusiva del futuro deve incentrarsi sulle persone, offrendo loro posti di lavoro di qualità con salari adeguati. In questo senso sarà di fondamentale importanza la questione dell’accesso alle opportunità di riqualificazione e miglioramento del livello delle competenze. Nella nostra Unione nessuna persona, nessuna regione e nessun Paese possono essere lasciati indietro. Con il pilastro europeo dei diritti sociali nel novembre 2017, le istituzioni europee e i leader della Ue si sono impegnati a porre l’equità al centro.
Questo insieme di 20 diritti e princìpi promuove pari opportunità e lavoro per tutti, condizioni di lavoro eque e protezione e inclusione sociali in tutte le nostre politiche. Ed è giunto il momento di passare dall’impegno all’azione. Ieri la Commissione europea ha presentato alla Plenaria del Parlamento una comunicazione sulla costruzione di un’Europa sociale forte per transizioni giuste e le iniziative che daranno un contributo all’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali. La Commissione europea ha appena avviato un dibattito con tutti i Paesi, le regioni e le parti sociali, chiedendo di presentare il loro punto di vista sulla via da seguire e invitandoli a unirsi in una visione condivisa dei valori del 'pilastro' della Ue. Inizieremo con una riflessione su un possibile quadro europeo per i salari minimi. Tutti i lavoratori devono avere un salario equo che garantisca un tenore di vita dignitoso. Tuttavia sono ancora troppi i lavoratori dell’Unione che si trovano in una situazione di povertà.
Per rimediare è necessario trovare un terreno comune che promuova standard elevati in materia di determinazione dei salari e che, nel contempo, stimoli la graduale convergenza economica e sociale nella Ue, promuova i sistemi di contrattazione collettiva e rispetti l’autonomia delle parti sociali. Gli avvenimenti recenti hanno dimostrato che le sfide globali sono troppo grandi da affrontare da soli. Ciò vale anche per il futuro dei mercati del lavoro e il loro contributo a un’Europa competitiva, sostenibile ed equa. Dobbiamo continuare ad adoperarci per raggiungere gli standard più elevati, affinché tutti gli europei possano vivere la loro vita con dignità e giusta ambizione.
Commissario europeo per il Lavoro e i diritti sociali