Ce lo chiede il Papa. E noi non possiamo che accogliere l’invito con gioia e gratitudine immense. Ci fermeremo, questo pomeriggio, per rimanere accanto a Gesù nascosto nell’Eucaristia. Rimarremo a contemplarlo. Stupiti e commossi. Sapendo che quel 'perdere tempo' è fondamentale per la nostra fede. Lo fisseremo per attingere forza e coraggio per 'combattere la buona battaglia'. Per continuare ad annunciare al mondo che Gesù è il Signore. 'Non sono le opere sociali - ha detto ieri papa Francesco nella consueta omelia mattutina - che fanno la Chiesa, ma lo scandalo della croce... È l’incarnazione del Verbo che continua a scandalizzare'. Che ci sia un qualche dio nei cieli può anche andare bene, ma che Dio si sia fatto uomo proprio come te, eccetto il peccato, è stato ed è motivo di scandalo. E che la Chiesa, dopo due lunghi millenni, ancora abbia la pretesa di essere il Suo Corpo e non solo una organizzazione socio-cultural- umanitaria non sempre è visto di buon occhio. 'Questo non si tollera. Questo il demonio non lo tollera... Noi possiamo fare tutte le opere sociali che vogliamo, e diranno: 'Ma che brava, la Chiesa, che buona l’opera sociale che fa la Chiesa'. Ma se diciamo che noi facciamo questo perché quelle persone sono la carne di Cristo, viene lo scandalo', ha continuato Francesco. La carne di Cristo, dunque, che adoriamo nel Pane bianco e benedetto è la stessa che onoriamo nel fratello affamato, ammalato e senza tetto. Necessita fermarsi, allora, per riprendere fiato. Occorre fare silenzio: troppe sono le voci che gridano per tentare di mettere a tacere il soffio leggero dello Spirito. Occorre fermarsi per rimanere liberi e non farci schiavi di niente e di nessuno.
Oggi in tutte le cattedrali e in tante parrocchie di tutto il mondo la Chiesa, all’unisono, prega. O, per meglio dire, adora. I suoi figli prendono coscienza di appartenere alla stessa famiglia. Di formare un unico corpo. Di essere sposa di Cristo. Partecipano allo stesso mistero che li affascina e li supera, li ingloba e li sovrasta. La Chiesa ripete a se stessa: 'Ricorda che non con oro e argento, ma con il sangue del Figlio di Dio sei stata acquistata. E lui ti vuole bella, santa e immacolata'. Chiesa dove chi vuole essere il primo ha una sola cosa da fare: cingere il grembiule per servire. Dove il Pastore sarà accanto alle sue pecore fino, come dice il Papa, a portarne addosso 'l’odore'. 'Come vorrei una Chiesa povera per i poveri' esclamò Francesco appena eletto, parlando ai giornalisti. È fondamentale, perché solo i poveri sanno di essere sempre bisognosi di comprensione e di perdono, solo i poveri sanno chiedere con umiltà e gratitudine.
Una Chiesa che non si appoggi su se stessa e su stampelle umane, ma sempre ricerchi il volto del suo Signore. Ecco l’importanza di essere 'in armonia'. Con se stessi, con i fratelli, con il Creato. Il credente è un uomo compiuto in senno, ma che conserva lo sguardo e il cuore dei bambini. Davanti al Santissimo Sacramento, stasera, vogliamo fare gli stessi propositi che Giovanni XXIII annotava nel suo 'Giornale dell’anima': 'Distacco totale da ogni cosa e perfetta indifferenza ai biasimi e alle lodi. Pienissimo abbandono di assoluta obbedienza e di conformità alla volontà di Dio. Disposizione completa a vivere e morire come i santi Pietro e Paolo, e a tutto sopportare, anche catene, sofferenze, ingiurie, martirio per la santa Chiesa e per tutte le anime redente da Cristo'. 'Sento scriveva ancora papa Giovanni - la gravità del mio impegno e tremo, conoscendomi debole e labile. Ma confido nel Cristo crocifisso e guardo all’eternità. Il compito sublime, santo e divino del Papa per tutta la Chiesa è predicare il Vangelo e condurre gli uomini alla salvezza eterna... Al di sopra di tutte le opinioni e i partiti che agitano e travagliano la società e l’umanità intera, è il Vangelo che si leva'.
E noi, Chiesa di Cristo in questo tempo affascinante e complesso, vogliamo fare compagnia a Gesù nascosto. E accompagnare, così, papa Francesco nella sua bella e difficile missione.