La stampa esagera spesso e Trump persino di più
Caro direttore,
il 31 marzo scorso tutti i giornali italiani e non solo hanno rilanciato la notizia che il presidente americano Donald Trump aveva aumentato del 100% i dazi su alcuni prodotti esteri tra cui, chissà perché, l’italica Vespa. Scatenando commenti indignati oltre che allarmati tra esperti e politici di ogni livello. In realtà sono bastate ventiquattrore per capire che si trattava di una bufala, una delle tante che girano impunite su internet, che rilanciava una vecchia ipotesi del 'Wall Street Journal' su un Trump protezionista. Ovviamente nessuno si è sognato di rettificare. E quindi verrebbe da modificare un tantino il vecchio slogan pubblicitario: «Vespa muove la voglia di fare... disinformazione».
La stampa spesso esagera, ma 'the Donald' persino di più… Temo insomma, gentile signor Prisciandaro, che sia lei ad aver male interpretato la notizia delle misure commerciali anche (ma non solo) anti-europee che il presidente Trump sta studiando e che il 'Wall Street Journal' ha reso di pubblico dominio. Certo, ben poco di ciò che è detto o lasciato filtrare, soprattutto in politica, è già fatto. Eppure, a volte, ha vero rilevo. In questo caso, magari, per l’interesse tattico dei negoziatori di Trump a far pesare una concreta minaccia nella gestione dei dossier che contrappongono Usa e Ue. L’ipotesi di dazi sulla Vespa, marchio noto in tutto il mondo, non è perciò un’invenzione giornalistica, ma una infausta possibilità. E il vecchio (e reinterpretato) protezionismo del nuovo leader statunitense non è affatto una bufala, è una dichiarata visione politica, economica e sociale. Pure in Italia c’è certamente chi pensa che Trump veda meglio di tutti, ma nessuno dovrebbe illudersi sul fatto che la sua 'dottrina' non rischi di avere duri effetti anche sull’Italia. Speriamo di no. Del resto con Trump, sinora, questo soltanto ci è consentito: sperare in un sorprendente cambio di prospettiva.