Le linee della ministra Grillo. La salute al centro di tutte le politiche
Il 26 luglio scorso la ministra della Salute Giulia Grillo ha presentato, davanti alle Commissioni Affari Sociali di Camera e Senato, le linee programmatiche del suo dicastero, e ha esordito sottolineando le difficoltà applicative di norme e regole, a partire da tariffe e nomenclatore dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) integrati nel gennaio scorso. Nulla di più vero, e va dato quindi atto alla ministra di aver toccato un tasto importante, quello della distanza tra obiettivi formali e pratica applicata, non solo per i Lea, ma anche per il Patto per la salute scaduto nel 2016, il Piano per le liste di attesa, la realizzazione della Anagrafe nazionale dei vaccini e altro ancora.
Decisamente apprezzabile è dunque l’obiettivo di accelerare i processi di governo e monitoraggio dell’offerta sanitaria nelle varie realtà, a partire dalla informatizzazione delle prenotazioni per le prestazioni ambulatoriali. Sicuramente positivo è anche l’impegno espresso per una più stretta collaborazione con le Regioni sul problema dei rimborsi in ambito farmaceutico e dei dispositivi medici, e anche in tema di vaccini, questione spinosa per le posizioni espresse dai gruppi di pressione che vanno sotto il nome di ' novax' e ' free-vax' nei confronti delle norme recentemente varate. A tale proposito la ministra ha usato parole di moderazione, dicendo che intende trovare un «giusto equilibrio tra il diritto all’istruzione e il diritto alla salute», rivedere la cosiddetta legge Lorenzin e «affrontare il fenomeno della diffidenza e del dissenso vaccinale, secondo le indicazioni internazionali a partire dall’Oms».
Particolarmente interessante, infine, è il cenno alla creazione, con il supporto delle Regioni e degli altri stakeholder e rappresentanze dei cittadini, di quelli che ha chiamato gli «Stati generali per il benessere equo e sostenibile», che dovranno definire gli obiettivi generali e di lungo periodo richiamati dal concetto di sostenibilità, anche rispetto alla tempistica di attuazione e sulla base di un cronoprogramma vero e proprio. Questo ultimo punto davvero risulta cruciale rispetto a una possibile svolta migliorativa da imprimere al governo della sanità e alla promozione della salute. Un ambito, come è noto, di eccellenza per il nostro Paese, per l’universalismo, la qualità delle cure e la prevenzione, ma che può migliorare ulteriormente prendendo in seria considerazione i punti della Agenda 2030 dell’Onu per il Goal 3 'Salute e benessere per tutti a tutte le età'. Nell’ambito del recente Festival dello Sviluppo Sostenibile, organizzato da ASviS tra maggio e giugno 2018, è stato presentato a tale proposito un 'Decalogo per la sostenibilità nel campo della salute e della sanità', insieme a un metodo di valutazione tramite indicatori che ASviS ha implementato per monitorare gli avanzamenti (www.asvis.it).
Il Decalogo, proposto dal Gruppo di lavoro dell’obiettivo 3 di ASviS, prende le mosse dai punti dell’Agenda Onu, e individua le priorità per l’Italia. Dove le criticità in ambito sanitario riguardano le disuguaglianze, la prevenzione in senso olistico, l’integrazione dei servizi sanitari e sociosanitari sul territorio, la cura a lungo termine per cronici e disabili, la lotta agli sprechi e lo sviluppo di una cultura della salute diffusa e consapevole. Dal punto di vista delle responsabilità in gioco, il Decalogo indica negli organi di Governo nazionale specifici doveri rispetto a riduzione di inquinamento, incidenti stradali e lavorativi, stress lavorativo e traffico di autoveicoli privati, nonché alla educazione e informazione sanitaria (compresa la lotta alle fake news). Il Ministero della Salute viene chiamato in causa inoltre per molti altri aspetti, e in particolare per l’equità, la disabilità e la non autosufficienza, da portare avanti attraverso la collaborazione con altri stakeholder. Ma soprattutto il Decalogo Asvis insiste sul tema della salute in tutte le politiche e dell’approccio olistico e integrato, che dovrebbe diventare il punto davvero qualificante di una rinnovata politica del benessere.