«La lunga notte delle chiese». Buio e silenzio per rinascere di nuovo. Come Nicodemo
Un'immagine diffusa dalla diocesi di Bolzano per promuovere la "lunga notte delle chiese" 2024
Una chiesa aperta di notte attira naturalmente la curiosità. Una veglia? Un concerto? Una conferenza con il relatore che l’ha tirata per le lunghe? Le parrocchie brulicano di vita a quasi tutte le ore del giorno, ma quando la sera si fa tarda è raro che si trovi aperto il portone, se non quello dell’oratorio per le solite (e impagabili) attività nelle quali non si fa caso all’ora. E allora che ci fanno quelle luci accese che si scorgono nella trasparenza delle vetrate? E quella gente che entra ed esce attraversando il sagrato, nel buio del paese o del quartiere?
È l’effetto della «Lunga notte delle chiese», che dall’imbrunire del 7 giugno offre in tutta Italia decine di possibilità per l’esperienza sorprendente di trovarsi in una navata senza il richiamo di un appuntamento religioso o culturale, ma semplicemente per assaporare la bellezza dell’arte che nei secoli ha dato forma alla fede. O del silenzio. Perché nella quiete assoluta di una chiesa antica o di un tempio contemporaneo, dentro il grembo del buio che si stende tutt’attorno, il cuore può chiedere ascolto, una buona volta. E non necessariamente per una preghiera.
La notte è il luogo in cui la vita ci si presenta con un volto tutto diverso da quello che le conosciamo, come se salissimo su una cima guardandoci attorno. Accade a tutti, in certi risvegli notturni, che si fanno inquieti: perché quel panorama che ci si offre non sempre è incoraggiante, anzi, può destare preoccupazione, fantasie fosche, se non spaventare. Può accadere, anche, che dentro la pace assoluta del piccolo mondo nella nostra stanza affiorino intuizioni e progetti, idee mai apparse con tanta chiarezza. C’è chi, allora, si alza e prende nota, si mette a scrivere quel che ha visto, oppure se dal buio è emerso un disegno che incute timori si scaccia il pensiero molesto mettendosi a leggere, in attesa che tutto torni in pace.
Come può essere diversa, la notte in una chiesa, spinti a entrarci da nessun altro motivo che l’averla trovata aperta. Ci sarà capitato, in qualche viaggio, di scoprire a sera fatta una cappella con la porta socchiusa, e dentro solo il chiarore della fiammella accanto al tabernacolo: sono le esperienze spirituali più intense, l’aprirsi improvviso di uno spazio interiore che dà volume al respiro dell’anima. Tutto grazie al buio che ci circonda e al silenzio. Roba da convertirsi, specie quando si pensava di non essere proprio i tipi per farlo.
Nella «Lunga notte delle chiese» in verità c’è molto contenuto, frutto di creatività e di impegno per portare il Vangelo a chi forse non ha più occasioni o motivi per udirne la voce ancora (e semmai sempre più) rivoluzionaria. Le proposte spontanee delle diocesi in questa iniziativa che va radicandosi di anno in anno sono le più diverse, ma senza mai cercare un intrattenimento che smentirebbe il segreto di questa idea originale e attualissima. Come si fa a “uscire” stando dentro la chiesa? Come incontrare chi non ti cerca? E come andare ai “confini della terra” tra le mura di una chiesa? L’arte gioca un ruolo decisivo, insieme alla curiosità di godere del bello generato dal vero potendolo fare “senza impegno”, a naso in su, e non per un atto religioso.
Eppure, quel che poi può accadere è l’esperienza di Nicodemo. Che non per caso va di notte da Gesù. Certo, non vuole dare nell’occhio, uno nella sua posizione deve stare attento a non farsi vedere in certe compagnie. Ma il buio e il silenzio della notte sono la casa più ospitale per le domande che contano, e che premono senza trovare tanto spesso la porta aperta per uscire allo scoperto. Meglio se quella di una chiesa. «Come può un uomo nascere quando è vecchio?», chiede incredulo Nicodemo in una notte di stelle e di grilli. Forse un fuoco illumina i due interlocutori, e gli occhi di Gesù, che parla increspando appena quel prezioso silenzio: «Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito». Una notte per nascere di nuovo, nientemeno. Vogliamo provarci?