La novità. La pistola (al peperoncino) che non uccide
La considero una buona notizia: arriva una nuova arma, che non uccide. Se tutte le armi smettessero di uccidere, sarebbe una notizia bellissima. Questa è una pistola al peperoncino, quindi accieca per alcuni minuti, e mette fuori combattimento. È stata inventata e prodotta per i vigili urbani, per ora in Italia è stato consegnato un kit di sei pistole, complete ciascuna di un caricatore di quattro cartucce, con una gittata utile di tre metri.
Con quest’arma i vigili evitano di fermare il ladro o il bandito impegnandosi in un corpo a corpo, rischiando di uccidere o di venir uccisi. Può darsi che la polizia non debba intervenire contro un singolo uomo ma contro una banda: perciò l’arma spara a ripetizione, un colpo dietro l’altro. La nuova arma si chiama JPX 4 Compact Jet Defender, viene naturalmente dall’America, non costa moltissimo, il pacchetto di sei pistole è arrivato in Italia due-tre giorni fa al prezzo di 2.039 euro. Leggo la notizia sul giornale locale del paese dove sono nato, che è Montagnana, in provincia di Padova, cittadina famosa per le sue mura che risalgono a prima di Dante.
In che forma è il peperoncino? Domanda importante, perché finora c’era la bomboletta, nella quale il peperoncino era in forma di polvere, e una volta spruzzato si diradava formando una nuvola: e così perdeva in gittata, velocità e precisione. Ora la nuova pistola spara peperoncino liquido, che mantiene una precisione alta, una velocità considerevole, e una gittata più che sufficiente per l’autodifesa. A tre metri è efficacissimo. La bomboletta, col suo peperoncino in polvere, era un pericolo anche per chi la usava, perché lo spruzzo impestava l’aria e accecava anche gli occhi di chi lo spargeva per difendersi.
La nuova arma vien data ai vigili di strada. Da adesso per le strade dovrebbero esserci meno incidenti per l’uso delle armi. È questa la buona notizia. È bene che il malvivente venga fermato e reso innocuo, ma se si può evitare di ferirlo con armi da fuoco è ancora meglio. Il risultato da conseguire è un cambiamento nel cervello delle forze dell’ordine. Finora quel cervello pensava allo scontro col fuorilegge come a una gara di velocità: te lo vedi davanti, e devi toglierlo di mezzo prima che lui tolga di mezzo te. Lo devi "abbattere". Devi farlo cadere. Colpendolo con un tuono.
Cinema, tv, giornali, cronaca, ci hanno abituato allo scontro tra vigile e bandito come a un contatto tra due elettricità di carica diversa: esplodono. La pistola al liquido urticante non tuona. Brucia gli occhi e accieca, se hai davanti a te una banda di più banditi può farlo su tutti i banditi, e questa è la fine dell’eccesso di difesa. Era appena arrivato il taser, è vero, e il taser è come un pugno sopra il cuore, per un attimo lo ferma. Ma purtroppo qualche volta è successo che poi non ripartiva più. E insomma a me, cittadino pauroso dei banditi, desideroso di fermarli ma senza fargli troppo male e soprattutto senza farli morire, l’arrivo di una pistola a ripetizione che permette di ammanettarli tenendoli in vita pare, nel panorama disperante della malavita, una notizia meno disperante.