La pace è nel cuore di Dio ed è la via di una moralità davvero benedetta
Caro direttore,
leggo i suoi articoli nei quali con passione esprime il suo anelito per la pace, la contrarietà alla guerra e all’invio di armi in Ucraina. Papa Francesco continua a parlare ancora più forte e chiaro. E andrebbe ascoltato e letto per intero. Nel colloquio con il direttore del “Corriere della sera” pubblicato martedì 3 maggio, per esempio, il Papa afferma che Putin in questo momento non vuole trattare, spiega che forse è stato provocato dalla Nato, e parla anche bene del ruolo del-l’Italia e del premier Draghi. Mi è venuto in mente un vecchio aneddoto. Nel maggio del 1961 il Papa buono, Giovanni XXIII, emanò l’enciclica Mater et Magistra nella quale definì meglio il ruolo sociale della Chiesa, con posizioni molto avanzate per l’epoca. Allora, in Italia, si discuteva dell’entrata dei socialisti nel governo, a quei tempi centrista. Chi era favorevole diceva: “ Mater et Magistra, apertura a sinistra”. Chi era contrario diceva: “Madre e Maestra apertura a destra”. Infine chi era per lo statu quo, diceva: «Se ci guardi dentro apertura al centro ». È un aneddoto per significare che, oggi come allora, si tira la tonaca al Papa per opportunismo. Lasciamogli fare il Papa e i politici facciano politica, senza prendere appiglio dalle sue sagge e illuminate parole, ricordando, però, che l’infallibilità del Papa avviene solo quando parla ex cathedra.
Grazie, caro signor Carta, per le sue garbate e interessanti considerazioni e per l’aneddoto che conoscevo, ma non ricordavo (mi è tornato in mente, mentre scorrevo la sua lettera). Aggiungo soltanto poche parole. È vero che il Papa, per noi cattolici, è infallibile solo quando parla ex cathedra, (quando cioè solennemente «definisce una dottrina circa la fede e i costumi»). Ma quando parla di pace e chiama a essa dentro la contraddittoria e purtroppo insanguinata vicenda umana – esercizio incessante di tutti i pontefici del Novecento e di quest’inizio di Terzo millennio – il Papa ci rincuora, perché ci fa letteralmente sentire che il cuore di Dio e il cuore dell’umanità possono battere all’unisono. E anche chi non crede in Dio può essere consapevole, e non poche volte lo è anche più acutamente di uomini e donne di fede, che ogni vero cammino di pace è la via di una moralità mai opportunista e benedetta.