La lettera. Giusto celebrare i camici bianchi nel giorno della morte di Carlo Urbani
Gentile direttore, condivido pienamente la proposta del medico Gabriele Bronzetti di Bologna, appoggiata da lei, di proporre pubblicamente l’istituzione di una Giornata dedicata a tutti i Camici Bianchi e specialmente ai sanitari caduti nella lotta alle pandemie, facendo riferimento all’impegno e sacrificio del medico marchigiano Carlo Urbani.
Purtroppo ne so qualcosa, perché dal 2000 al 2004 sono stato Ambasciatore d’Italia in Vietnam, proprio quando scoppiò quella, terribile, epidemia di Sars, la malattia respiratoria da coronavirus che già allora minacciò il mondo intero e costò la vita all’amico Carlo, consulente dell’Oms e presidente di Medici senza frontiere Italia, che qualche anno prima, nel 1999, aveva ritirato per conto di tale benemerita organizzazione il Premio Nobel della Pace. Egli fu il primo, nel 2003, a lanciare da Hanoi l’allarme, consentendo così ai molti stranieri residenti nel lontano Paese asiatico e alla sua famiglia di rimpatriare e di salvarsi. Applicò a se stesso un protocollo severissimo e, dopo aver ricevuto l’Estrema Unzione, morì a Bangkok il 29 marzo di quell’anno: l’amore del prossimo che lo aveva accompagnato per tutta la vita gli fece rinunciare anche all’ultimo abbraccio della moglie Giuliana Chiorrini e dei tre figli.
Non per niente il presidente della Repubblica, Calzo Azeglio Ciampi, consegnò in diretta televisiva alla vedova il 7 aprile 2003 al Quirinale, a titolo postumo, la Medaglia d’Oro per i benemeriti della Sanità Pubblica e qualche giorno dopo, il 12 maggio, a Castelplanio, dove era nato il 19 ottobre 1956, il Ministro vietnamita della Salute lo insignì della Medaglia dell’Ordine dell’Amicizia e di quella per la Sanità del Popolo, mai prima di allora concesse a uno straniero. «Sono cresciuto inseguendo il miraggio di incarnare i sogni. Ho fatto dei miei sogni la mia vita e il mio lavoro», ha lasciato detto di sé Carlo Urbani. Il 29 marzo sarebbe davvero un buon giorno per celebrare la dedizione dei sanitari. Con vivo apprezzamento e cordiali saluti,
Già ambasciatore d’Italia in Vietnam