La gran saggezza di Edith Stein in questo tempo e per l'Europa
Gentile direttore,
alla luce della sua bella risposta a un lettore che ha intitolato «Un’idea sull’Europa: anche così Dio scrive diritto sulle nostre righe storte» (“Avvenire”, 26 luglio 2020), è doveroso ricordare che il 9 Agosto la Chiesa celebra la festa di santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) patrona d’Europa, ahimè da pochi conosciuta. Ebrea, filosofa, carmelitana, martire del nazismo – terminò il suo pellegrinaggio terreno in una camera a gas ad Auschwitz – dedicò tutta la sua vita alla ricerca della Verità e disse che «chiunque è alla ricerca della Verità, che lo sappia o no, è alla ricerca di Cristo». San Giovanni Paolo II nell’omelia per la sua canonizzazione l’11 ottobre 1998 disse: «Questo ha ribadito la nuova Santa con grande insistenza: “Il nostro amore verso il prossimo – scriveva – è la misura del nostro amore a Dio. Per i cristiani – e non solo per loro – nessuno è straniero. L’amore di Cristo non conosce frontiere”». Proclamandola poi patrona d’Europa il primo Ottobre 1999, papa Wojtyla aggiunse: «Dichiarare oggi Edith Stein compatrona d’Europa significa porre sull’orizzonte del vecchio Continente un vessillo di rispetto, di tolleranza, di accoglienza […], per formare una società veramente fraterna […]. Un’Europa che scambiasse il valore della tolleranza e del rispetto universale con l’indifferentismo etico […] si aprirebbe alle più rischiose avventure». Schuman, Adenauer, De Gasperi – statisti di altissimo profilo umano e culturale, autentici uomini di fede, profeti di un’Unione Europea solidale – ispirarono infatti la loro azione a inclusività e fraternità. Papa Francesco ha definito Edith Stein: «Donna di coerenza, che ha cercato Dio con amore e donna martire del suo popolo ebraico e cristiano». Amore per la Verità, tolleranza e solidarietà: valori che l’Europa – riscoprendo le sue autentiche radici cristiane – è chiamata oggi a sposare.