Opinioni

Femminicidio. La differenza di carriera fa perdere la testa

Ferdinando Camon martedì 21 novembre 2023

Filippo è in prigione per aver ucciso Giulia, e la crisi con Giulia è cominciata per ragioni di carriera: lei si laureava e lui no. Mentre scrivo, la sorella di Giulia rivela che lui le chiedeva spesso di rallentare con gli esami. Soffriva la competizione. Alla competizione come movente per un delitto tra fidanzati non siamo preparati. Prepariamoci, perché così è.

La laurea di lei creava una differenza di carriera all’interno della coppia. Differenza che c’è sempre, succede sempre che uno sia più noto, più riuscito, più autorevole, e che l’altro resti indietro. Una coppia è in equilibrio e in armonia (noi diciamo: è solida) non quando il potere è equamente distribuito (non succede mai), ma quando la diversità di potere è accettata. Nella coppia Giulia-Filippo non andava così. Lei aveva consegnato la tesi nella stesura definitiva. E aveva comunicato alla commissione: “Sono pronta”. Sottinteso: alla discussione. La discussione della tesi di laurea non è un esame difficile.

È poco più di una formalità. Con settimane di anticipo il candidato annuncia agli amici che quel giorno “si laurea”, non ci sono dubbi. Questo però riguardava lei, lui era ancora lontano dal traguardo. Quindi avremmo avuto una coppia formata da una già laureata e un futuro laureando. Lui pativa questo dislivello come un fallimento. Lo era, dal punto di vista borghese. Perché la buona borghesia vuole che, nella coppia, se uno deve stare davanti, questo dev’essere l’uomo. Adesso non si usa più, ma una volta la formula matrimoniale diceva “l’uomo è il capo della famiglia, come Cristo è il capo della Chiesa”.

C’è gente che è stata sposata con questa formula (io, per esempio, mentre ora si utilizza la formula “Io accolgo te...” e non più “prendo te...”). Una coppia sta in piedi non solo quando lui e lei hanno pari potere, pari autorità, di fronte al mondo e ai figli, ma quando l’eventuale dislivello e in ogni caso la diversità dei ruoli sono accettati da ambedue. In questi casi non è una sorta di privilegio per l’uomo, che gli piova sulla testa per volontà del fato, è un peso e un dovere, e se lui non sa farci fronte qui scatta il suo fallimento nella famiglia e nella società. Se i figli han bisogno di protezione, ad esempio, è spesso nel padre che la cercano.

Quando i miei figli erano molto piccoli in tv trasmettevano “Fantomas”, un horror francese imperniato su un fantasma che s’aggirava per il Louvre: eravamo tutti davanti alla tv, a guardare questa stupida storiella del fantasma, e quando il fantasma è apparso, le donne (madre, nonna) hanno avuto un brivido e i piccoli sono schizzati via dalle loro sedie, e son saltati, dove? In braccio al padre, che ero io. Il padre non scappa, il padre è lì per sempre. La coppia Giulia-Filippo era disfunzionale. Lei lo sopravanzava in carriera. Pareva che lui non ne soffrisse, forse non lo faceva vedere. Se cercano un motivo per l’uccisione, la competizione nella carriera è un motivo assurdo e inaccettabile, ma in questo caso sembra sia stato, ahimè, sufficiente.