Società. La comunità come cura alle ferite della famiglia
La Diocesi di Terni ha proposto di recente una serie di riflessioni sulla famiglia, l’amore e la generatività: le 'Manifestazioni Valentiniane'. Un percorso a partire dalla figura di San Valentino, martire e protettore degli innamorati, che proprio a Terni fu vescovo dal 197 al 273. Il punto di partenza del ciclo di riflessioni è stato un incontro dedicato ai cambiamenti intervenuti nella società dal punto di vista delle relazioni familiari e della vita di coppia: cambiamenti che hanno dato vita a una situazione ambigua, caratterizzata da una serie di elementi di criticità, primo fra tutti il calo della natalità, ma anche il calo del numero dei componenti del nucleo familiare, quello dei matrimoni, l’aumento di separazioni, divorzi e forme diverse di convivenza, e, non da ultimo, i cambiamenti negli stili di vita e nelle priorità dell’esistenza, che portano alla sempre più ampia diffusione di nuclei familiari unipersonali o senza prole, in qualche caso alla negazione stessa del rapporto intergenerazionale, e all’indebolimento della capacità della famiglia di rigenerarsi e di produrre rigenerazione sociale.
Anche laddove la famiglia esiste e 'resiste', le vengono comunemente ascritte, quasi imputate, una serie di colpe, dalla crisi del ruolo paterno (quella che lo psicoanalista Massimo Recalcati definisce l’«evaporazione del padre»), e con essa la crisi della normatività, e cioè della trasmissione delle regole e dei principi, alle difficoltà del ruolo genitoriale educativo e del rapporto con la scuola e gli insegnanti, alle forme di violenza intra-familiare, all’incapacità di assistere adeguatamente i soggetti non autosufficienti e/o gravemente malati. Ma al tempo stesso si evidenziano importanti segnali di natura ricompositiva, in quanto la famiglia, sia pure secondo modalità nuove e in costante divenire, continua a essere il luogo principale dell’attenzione alla qualità della vita, al dialogo e alla comprensione, oltre che il soggetto unico della rigenerazione della vita umana, sia in senso biologico che in senso psicologico e spirituale, con una particolare formidabile 'tenuta' per quello che riguarda la sua affidabilità sociale, in un panorama complessivo di crescente individualismo e deresponsabilizzazione.
Un soggetto intermedio fondamentale anche nei processi di scambio democratico, di formazione dell’identità e di costruzione della fiducia. Gli elementi di forza riconosciuti oggi al soggetto famiglia sono, infatti, la resistenza all’individualismo diffuso in termini di cura delle relazioni interpersonali e della vita comunitaria, il welfare familiare, e cioè la capacità della famiglia di prendersi cura dei soggetti deboli e di redistribuire redditi e risorse all’interno della famiglia, la 'femminilizzazione' del vissuto familiare, e cioè il valore attribuito alle relazioni interpersonali, agli affetti, alla convivialità, al sostegno reciproco, alla flessibilità. Le manifestazioni valentiniane hanno voluto porre al centro della riflessione in particolare la natura delle ferite che si verificano nelle relazioni umane, sia prima che dopo la formazione della famiglia, e le possibilità di risanarle.
La prima di queste ferite è data dalla solitudine e dalla paura dei legami. La crisi economica con la sfiducia nelle istituzioni di governo, nazionali e internazionali, e l’impoverimento del ceto medio, hanno prodotto un clima sociale caratterizzato da un’ansietà diffusa nei confronti del futuro e da quello che alcuni hanno voluto chiamare il 'virus del terzo millennio', e cioè la paralisi psicologica di fronte al tema della rigenerazione.
La seconda ferita è data dalla debole consapevolezza della necessaria integrazione di sistema tra vita lavorativa e vita familiare di fronte al crescente impegno lavorativo di uomini e donne fuori casa. Una terza ferita è quella delle 'passioni tristi' dei valori strumentali, del consumismo sia di beni che di tempi di vita, della competizione egoistica nel lavoro come nel territorio. Una quarta ferita è quella del sovraccarico assistenziale per gli anziani, i disabili e i malati cronici, assieme alla crisi delle reti informali di mutuo aiuto.
Ma le ferite possono essere risanate, ci dicono i dialoghi valentiniani di Terni. E possono essere risanate se saremo capaci di rivitalizzare la comunità. Esperienze comunitarie come il cohousing, ancora poco diffuso ma ricco di potenzialità, l’impegno nel volontariato di quartiere e vicinato, l’impegno per il welfare territoriale, l’affidabilità di tante 'nuove famiglie', il supporto reciproco che si sviluppa tra coppie giovani con figli di una stessa scuola o di uno stesso quartiere, sono tutti segnali di ricomposizione del vissuto familiare su base comunitaria che, se opportunamente messi a fuoco e sostenuti, possono contribuire in maniera determinante alla ricucitura della realtà familiare e al superamento delle sue ferite.