Il direttore risponde. Le «Caporetto del lavoro» incalzano la politica
Caro direttore,
sento i dati su disoccupazione, nelle sue varie forme e caratteristiche... Ho tre figli all’università, e può ben capire come segua quest’argomento con attenzione. Aggiungo che gli ultimi cinque anni di lavoro sono stati un calvario fra sottoccupazione, cassa integrazione, stipendi e lavoro che mancava. Alla fine però sono riuscito ad approdare alla pensione e di questo ringrazio Dio per essere stato, se vogliamo “graziato”, rispetto ad altri sfortunati colleghi e a tanti “esodati”. Questa la premessa doverosa, perché se vado in giro per negozi e centri commerciali vedo merce di tutti i generi, compresi gli alimentari, di origine e provenienza non italiana, allora qualcosa non mi quadra, qualcosa (e le responsabilità conseguenti da quel qualcosa) non torna... Forse, una politica e una gestione pubblica più lungimiranti avrebbero evitato questo scempio della nostra povera Italia e del suo sistema produttivo. Ma quel che è grave è che anche in questi ultimi mesi o settimane si faccia un gran parlare, ma poi alla fine tutto rimanga, almeno in apparenza, come prima.
Claudio Donati, Villasanta (Mb)