Il direttore risponde. La raccolta differenziata si fa (auto)strada
Augusto Forte Deaglio
L'iniziativa a cui lei rivolge dei rilievi è parte di un progetto-pilota segnalato anche dal nostro giornale e di cui viene data ampia spiegazione nel sito della società Autogrill, che in collaborazione con Conai (Consorzio nazionale imballaggi) ha lanciato «Destinazione Ambiente», la cui prima sperimentazione si è svolta in cinque aree di servizio del Nord Italia. Certo, per criticare la gestione e l’efficienza delle nostre autostrade gli argomenti si trovano sempre. Soprattutto in estate, come in questi giorni quando gli spostamenti di massa raggiungono il picco, risultano palesi i limiti delle strutture e dei servizi. Il sistema italiano è in affanno su lunghe tratte, inadeguato alla portata del traffico. Un esempio di incongruenza: per andare in auto da Milano a Vergiate (70 km circa) si deve sottostare a tre pedaggi e ad altrettanti caselli. In questo quadro, l’impegno a riciclare può apparire un ulteriore onere, sia pur non pecuniario, per l’automobilista. Che cosa dire? Se differenziare produce un risparmio di cui qualcuno gode anche in termini economici, potrebbe essere anche gradito un gesto concreto di riconoscenza verso gli utenti che vi collaborano. Le formule possibili sono molte: incentivo, bonus, punti, sconto diretto ecc. Ciò detto, si deve convenire sul fatto che la raccolta differenziata – un gesto di civiltà e di igiene ecologica ormai comune nei Paesi avanzati – non poteva non toccare un mondo come quello delle autostrade, nelle cui aree di ristoro sostano ogni anno 300 milioni di persone, le quali producono la bellezza di 45.000 tonnellate di rifiuti, dei quali il 45% è costituito da residuo organico (di cibo e bevande), il 40% da materiali vari (acciaio, alluminio, carta e cartone, plastica, legno, vetro) e il 15% da altri scarti. Secondo uno studio della Conai, riciclando i rifiuti di imballaggio abbandonati su parcheggi e piazzole, si potrebbero ridurre le emissioni di CO2 di oltre 12mila tonnellate annue. Un dato cospicuo, che fa riflettere sulla responsabilità e sull’urgenza di estendere l’ottica della sostenibilità e della riduzione dell’impatto ambientale anche agli autogrill.