L'Europa è famiglia e gran cantiere: ricordiamolo andando a votare
Caro direttore,
forse la letteratura non c’entra niente con le elezioni europee, forse la cultura non riesce a stare al passo dei tempi, forse le parole di Chinua Achebe non dicono quale partito votare, ma leggerle fa pensare: «Non vi preghiamo di avere più soldi, ma di allargare la nostra famiglia. Noi siamo meglio degli animali perché noi possiamo contare sui parenti. Un animale cui prude la schiena se la sfrega contro un albero, un uomo chiede a un parente di grattargliela... Vi prego di accettare questa noce di cola, disse. Non è per ripagarvi di tutto quello che avete fatto per me in questi sette anni. Un bambino non può pagare la madre per il latte che gli dà. Vi ho fatti venire qui solo perché è bene che tra parenti si stia insieme». E forse seguendole si può uscire dalla cronaca per entrare nella storia.
Mi piace, caro amico, l’idea di prendere un suggestivo brano di un grande scrittore d’Africa come Chinua Abebe, patriarca nigeriano della letteratura afro in lingua inglese, per parlare d’Europa, anzi della famiglia variegata dei popoli europei e del voto che sta alle porte come di una convocazione a confermare che «è bene che tra parenti si stia insieme ». È ciò che penso, come tanti. E che come tutti questi miei familiari europei, nonostante delusioni e insoddisfazioni, domenica voterò con convinzione. Perché questo resti chiaro e il patto che ci unisce si faccia più vero. L’Unione è famiglia (complicata) e cantiere (impegnativo), e noi sappiamo che questo prima di tutto significa che abbiamo davanti un gran bel lavoro da fare.