Cittadinanza. Ius culturae, politica in fuga
Non hanno nemmeno fatto lo sforzo di schierarsi e votare a viso aperto per dire "sì" o "no" allo ius culturae e allo ius soli temperato. Hanno fatto mancare il numero legale in aula: appena 116 senatori presenti, pochi per procedere, abbastanza per affossare una legge attesa da sedici anni e invocata come urgente dalla società civile, associazionismo cattolico in prima fila, da almeno otto. Far mancare il numero legale è scelta da politica in fuga. Ieri in fuga dall’ultima responsabilità di legislatura. Una mossa da ignavi e, al tempo stesso, rivelatrice. Rivelatrice di una ostinata mancanza di comprensione: della posta in gioco con la nuova legge sulla cittadinanza in un Paese che invecchia, non sostiene come merita la famiglia e allontana tanti suoi figli. E di una ostentata mancanza di rispetto: per i giovani italiani con genitori stranieri che alcuni politici e opinionisti, pronti ad aizzare sentimenti e risentimenti, vogliono risospingere ai margini della comunità nazionale e raccontano come alieni. Che tristezza. Temevamo una «fine ingloriosa» di questo Parlamento che, nel bene e nel male, molto ha fatto. La registriamo ora.