Il direttore risponde. Italia alla prova delle «carte in regola» pure sulle infrazioni Ue. Con giudizio
Caro direttore,
torno sulla questione delle infrazioni europee dell’Italia, tema che – come lei sa bene – mi è caro e che dovrebbe essere caro a tutti coloro che amano il nostro Paese e sul quale avrei qualcosa da dire al nuovo sottosegretario agli Affari Europei, Sandro Gozi. Martedì scorso, 18 marzo, al termine del Consiglio Affari generali dell’Ue, l’onorevole Gozi si è dichiarato «molto preoccupato per il fatto che le infrazioni italiane siano aumentate passando da un centinaio a 120 circa, e perché ne avremo ancora un paio di decine nei prossimi mesi». Beh, meno male che anche nel Governo Renzi qualcuno si è accorto del problema delle troppe procedure d’infrazione Ue contro l’Italia (siamo il primo Paese europeo in questo campo). Io, nel mio piccolo, lo vado dicendo da tempo (e continuo a scriverlo, anche ai giornali) che se si continua così, si passa il tetto delle 200 infrazioni Ue... Già ora sono tantissime, mi chiedo cosa racconteremo alla Commissione europea, quando il 1° Luglio 2014 inizierà il semestre di presidenza italiana nel Consiglio dell’Unione Europea. Sinceramente, però, non capisco perché il sottosegretario Gozi abbia anche polemizzato con l’ottimo ex ministro agli Affari Europei Enzo Moavero Milanesi. Se le procedure d’infrazione non sono calate non è di certo colpa del ministro Moavero. Anzi, va detto che senza di lui sarebbero molte di più. Moavero si è impegnato tantissimo perché si riducessero drasticamente. Il Governo Renzi faccia lo stesso e si impegni perché venga approvato quanto prima il disegno di legge di delegazione europea 2013 e il disegno di legge europea 2013 bis, che permettono il recepimento di diverse direttive europee, altrimenti le procedure d’infrazione sono destinate, purtroppo, ad aumentare drasticamente.
Marco Bazzoni, Firenze Operaio metalmeccanico e rappresentante dei lavoratori per la sicurezza