Ischia e non solo. Cosa raccontare di un terremoto? La verità
“Nel luglio 1883 mi trovavo da pochi giorni, con mio padre, mia madre e mia sorella Maria, a Casamicciola, in una pensione chiamata Villa Verde nell'alto della città, quando la sera del 29 accadde il terribile terremoto… un rombo si udì cupo e prolungato, e nell'attimo stesso l'edifizio si sgretolò su di noi…”. Chi scrive è Benedetto Croce, sopravvissuto a quel terribile dramma che costò la vita alla sua famiglia e a più di duemila persone.
La terra ha tremato ancora a Casamicciola e Lacco Ameno, nell'isola di Ischia nei giorni scorsi. Dopo la paura, il dolore, lo sconforto non sono mancate le polemiche tra gli isolani e coloro che mettevano l’accento sull’abusivismo edilizio. Ci corre l’obbligo di ragionarne con calma. Per il bene di tutti. Ischia è bella, comoda, accogliente. Per questi, e tanti altri motivi, è meta ricercata dai turisti italiani e stranieri. La nostra Italia è unica. Scendendo dalle Alpi alla Sicilia ti ritrovi ad attraversare paesaggi diversissimi tra loro, la cui bellezza incanta. Cime altissime, laghi, mari, colline lussureggianti.
Le città d’arte, poi, sono uno spettacolo unico nello scenario mondiale. Tanti doni di cui andiamo fieri ci sono stati regalati direttamente dal Padre che fece il cielo e la terra; altri ci sono stati lasciati in eredità dai nostri antenati. Ogni epoca ha fatto la sua parte. Siamo nani sulle spalle dei giganti, e perciò possiamo vedere oltre, più lontano. Possiamo scorgere cose, pericoli, possibilità che loro non avrebbero potuto nemmeno immaginare.
L’Italia è bella ma anche tanto fragile. Tra le calamità naturali cui andiamo soggetti, frequenti e distruttivi sono i terremoti. Lo sappiamo. Possediamo la mappa dei territori a rischio. Possiamo addirittura prevedere con buone probabilità che cosa farà il Vesuvio nei prossimi giorni. La natura risponde a leggi che oggi possiamo controllare, misurare, monitorare, ma non eliminare. Dalla natura quando si fa cattiva dobbiamo difenderci come meglio possiamo.
Casamicciola è rimasta coinvolta in questo ultimo terremoto come in quello del 1883. Questa zona è una zona a rischio. Ischia ci è cara; gli ischitani ancora di più. Certo, soffermarsi a discutere di abusivismo edilizio mette a rischio l’economia basata sul turismo. Quando si accendono i riflettori su qualcosa che riguarda un territorio ci sono sempre i pro e i contro. Che fare? Tacere per non procurare danni all’economia? No, sarebbe un peccato di omissione.
Amplificare il dramma con notizie inesatte, di parte, per un qualche recondito motivo? Mai, ci renderemmo complici di uno dei tanti ladrocini di cui l’Italia soffre. Ne abbiamo abbastanza di gente scaltra che si arricchisce sulle disgrazie altrui. Le telefonate registrate di qualche imprenditore edile che, leccandosi i baffi, rideva dei terremotati al pensiero dei futuri guadagni, ci fanno vergognare come uomini e come cristiani.
Occorre dire la verità. Sempre. Con serenità, umiltà, fraternità. Il terremoto che ha coinvolto alcuni comuni di Ischia, forse avrebbe fatto le stesse vittime se tutte le costruzioni fossero state a regola, ma di fatto ha messo in evidenza qualcosa che già si sapeva. L’ abusivismo edilizio è un pugno nell’occhio, soprattutto in un luogo di fama mondiale. Ci chiediamo e chiediamo agli ischitani: perché negli anni passati non si è provveduto a realizzare un piano regolatore che tenesse conto delle caratteristiche dell’isola? Si può rimediare? Si può tamponare la falla? Allora fatelo al più presto.
Lo sciacallaggio sulle disgrazie altrui è disumano. Però la lezioni che, ancora una volta, ci è venuta dalla natura non deve essere disattesa. Abbassiamo il capo, facciamo l’esame di coscienza, chiediamo perdono e diamoci da fare per rendere più sicuro il territorio. Di modo che nessuna calamità naturale possa fare da comodo paravento alle inefficienze e negligenze umane.