L'intervento. Ricciardi: io, frainteso. Così è il caos
«Circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi», così la Treccani sull’"infodemia". Il concetto di "infodemia" è stato rispolverato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per allertare sull’ondata di fake news che il coronavirus di Wuhan sembra essersi portato con sé e che può essere pericolosa quasi come quella virale.
Ne sono stato protagonista involontario ieri quando (e per fortuna che lo avevo fatto in una seguitissima trasmissione mattutina della Rai, e pertanto visibile da chiunque) ho sottolineato quanto fosse importante per l’Italia riaprire le scuole il prossimo 14 settembre e, a una precisa domanda del bravo conduttore, quanto fosse possibile e necessario votare la settimana successiva.
Aggiungevo che proprio per questo dovevamo continuare a comprimere la curva epidemica, interrompendo l’aumento dei nuovi casi di Covid, tornati a salire ai livelli dello scorso maggio, quando il Paese era ancora in lockdown. Citavo poi l’esempio della Spagna, ormai stabilmente oltre i 3000 nuovi casi al giorno, in cui queste attività non sarebbero state possibili senza mettere a rischio la salute dei cittadini. Agenzie di stampa, riprese come breaking news dai siti online di tutti i quotidiani, riportavano invece che per me queste attività non potevano essere svolte e che era probabile un rinvio sia dell’apertura delle scuole che delle elezioni. A ciò facevano seguito commenti di politici di diversi schieramenti che etichettavano la mia posizione, senza prendersi cura di ascoltare le mie parole disponibili in rete, come pregiudizievole di funzioni democratiche essenziali.
Ancora più paradossale è stato il fatto che, d’accordo con l’Ufficio Stampa del Ministero della Salute, ho ribadito in una nota che non avevo mai detto niente di quello che mi si attribuiva, chiarimento che è stato derubricato dai predetti siti online come una mia autocorrezione, piuttosto che spiegando che era stato un errore dei media che avevano travisato in modo marchiano le mie affermazioni. La democrazia è un bene importante da salvaguardare, passa però anche attraverso un lavoro responsabile e professionale di chi diffonde l’informazione e di chi, avendo responsabilità istituzionali, ha il dovere di verificare le fonti prima di avventurarsi in commenti e critiche destituite di ogni fondamento. Ricordiamocelo sempre.