Opinioni

L'ALTRO EDITORIALE. Inquieti non stupidi

Marco Tarquinio giovedì 3 maggio 2012
Noi italiani ne abbiamo davvero tante di cose da dire e di magagne da indicare in questo tempo di crisi e di tagli agli sprechi invocati come l’unica via di scampo dalla sempre più stretta presa del fisco. Lo scrivo a ragion veduta: una lettera su due tra quelle che arrivano in redazione ormai ragiona dei risparmi possibili e necessari, delle ingiustizie da sanare, delle colpe di quelli che ci rappresentano e ci amministrano. Anche per questo penso che il governo e l’Ammazza-spese-inutili designato, Enrico Bondi, abbiano fatto bene ad aprire sul sito online di Palazzo Chigi e a mettere a disposizione dei cittadini una linea diretta di comunicazione dedicata al tema dei soldi usati male, delle disfunzioni e dei tagli risanatori sintetizzato e anglicizzato – secondo la moda – nella formula della «spendig review». Qualcuno (come al solito) ironizzerà o inveirà per l’invito alla «delazione», altri (spero tanti) prenderanno invece sul serio la chance di dare indicazioni all’interlocutore istituzionale. È importante che ciò avvenga. È vitale che l’onda polemica che sta percorrendo il Paese trovi canali dove scorrere utilmente ed efficacemente. Ed è essenziale che consapevolezza dei problemi e indignazione non s’inaspriscano stabilmente e sterilmente in un sentimento antipolitico (che, in fondo, non è altro che una furiosa forma di rassegnazione) e diventino piuttosto la premessa per una collaborazione esigente anche con chi guida questa provvisoria e straordinaria fase di governo.Va colta ogni occasione per ricreare dialogo e fiducia tra Palazzo e Paese. E il dovere non compete solo a chi regge il timone, ma proprio a tutti: ai cittadini tanto quanto ai "tecnici" e ai politici. Chi non ci sta, soprattutto tra quanti hanno potere al centro e in periferia, rivela la sua insipienza o il vero obiettivo: la vittoria solo di una parte, cioè lo sfascio. Gli italiani, però, sono inquieti e persino arrabbiati, non stupidi.