A coloro che, come me, per arte o professione sono viandanti entro e fuori i confini, è dato - in mezzo a molte fatiche e sconvenienze - un sicuro privilegio. Ed è poter vedere che l’Italia non è solo quello di cui parliamo di solito quando parliamo di lei. Non è solo una faccenda di spread, politica, crisi. Perché chi un giorno ha la ventura di trovarsi tra le dolci valli del Comasco, e il pomeriggio successivo davanti al golfo di Sorrento, e la mattina dopo nei vicoli del centro medievale di Bologna, ha netta una percezione: abitiamo in un tesoro.Abbiamo forse poco tesoro dal punto di vista dei conti, ma noi dentro a un tesoro ci stiamo. Lo siamo. Perché tutta la ricchezza del mondo non potrebbe creare neanche metà della strana armonia che i secoli, il mistero e l’ingegno umano offrono a chi si sporge su una curva della costa sotto Napoli. O uscendo da una galleria tra Firenze e Roma. E nessun successo di Borsa potrebbe garantire la nascita di un colore simile a quello che in Romagna si vede al tramonto sulle acque, costeggiando i luoghi noti per il cosiddetto capanno di Garibaldi, tra i lidi di Ravenna e di Ferrara. L’estate non è forse una occasione per vedere la bellezza della nostra Italia? Per esserne orgogliosi e tremanti.Certo, viaggiando ci capitano sotto gli occhi anche una infinità di brutture. Ma la forza della bellezza è maggiore di quella dell’orrore, se uno nel cuore è segnato dalla ricerca della bellezza. Durante le vacanze, dunque, se orientiamo il cuore alla ricerca della bellezza per noi e per i nostri figli, potremo vedere che oggi, forse, siamo un po’ più poveri ma comunque belli. E che la beltà di questo Paese è invidiata da tutti. La bellezza di un Paese dipende ovviamente anche dalla ricchezza che esprime. I signori Medici, Borgia, Malatesta, Sforza, Borboni, le casate di Svevia, i Gonzaga, gli Este senza contare i Papi e le ondate secolari di imperiali e invasori che si sono successi in Italia, erano "potenti" che nel tempo - facendo lavorare pittori, architetti, scultori, poeti, manovali - hanno costruito il panorama umano d’Italia e la sua bellezza ineguagliata. Ma non si trattava solo di soldi e potere. E nemmeno di irreprensibilità morale. Spesso non si trattava di tizi raccomandabili. Ma il potere e la ricchezza a lungo hanno mostrato la loro forza creando qualcosa di bello. E ora a noi tocca di meritare l’Italia, che non è solo patrimonio da vendere ma bellezza da onorare. E da rinnovare.
Nessuno passeggia in Italia volendo soprattutto vedere com’è l’indice di Borsa, ma come è l’indice di Dio e dell’uomo che si protendono nella creazione nella Sistina. Perché noi siamo quel genere di cosa lì. Antica e nuova, e futura. Senza questo patrimonio che è gratis e si distende sotto gli occhi di tutti i vacanzieri possibili, ricchi e poveri - l’Italia non esiste. Cosa ce ne faremmo di un posto la cui economia è sana ma la cui bellezza è morta? Davvero voi vivreste in un posto dove circolano molti soldi, ma non circola nessuna commozione per la natura e per l’arte? Ciò che costituisce primariamente la vita delle persone è la ricerca della felicità e della bellezza più ancora che quella del benessere economico. Lo dimostrano gli stessi modi di usare i soldi delle famiglie e dei singoli, spesso orientati alla ricerca del piacere e del bello, più che alla mera tenuta finanziaria.
Le vacanze possono essere dunque un’occasione, se si hanno occhi e cuore accesi, per vedere cosa è l’Italia in questo tempo di crisi. Non solo i suoi indici negativi e pericolosi. Ma un indice che agli occhi di tutti punta alla bellezza e la indica. E nessun al mondo può farlo così.