La sfida dell’occupazione. Annamaria Parente: migliorare i progetti di welfare
Caro direttore,
la 48ª Settimana Sociale dei cattolici che si svolgerà a Cagliari interroga la mia coscienza di donna impegnata da anni nel sociale e in politica sui temi del lavoro. Il lavoro che vogliamo “libero, creativo, partecipativo e solidale” è il bel titolo scelto dal Comitato promotore, tratto dall’Evangelii Gaudium di Papa Francesco. Sarò presente a Cagliari insieme alla delegazione della diocesi di Velletri-Segni. So quanto la Chiesa è in prima linea nel tendere la mano a chi cerca il lavoro, a chi lo perde, a chi vuole migliorarlo. Ascolterò con molta attenzione le buone pratiche che saranno presentate a Cagliari, attraverso i cercatori di LavOro, circa 400. La bontà di questa iniziativa non risiede solo nell’importanza dell’esempio di azioni concrete per infondere speranza in chi è in condizioni difficili e nel rendere replicabili in altri territori le soluzioni trovate, ma la raccolta di buone pratiche è un’occasione straordinaria per verificare anche l’efficacia di alcune normative.
Mi limito a due esempi in particolare: alternanza scuola lavoro e welfare aziendale. In questa legislatura abbiamo resi obbligatori i percorsi di esperienze pratiche in luoghi di lavoro per tutti gli studenti, anche per quelli dei licei. In questo momento ci sono un milione e mezzo di scolari in tutte le scuole italiane coinvolti in questi processi che sono di per sé complessi. Esistono tanti progetti che funzionano, dal Nord al Sud, con sperimentazioni di promozioni di apprendistato e di collegamento, in molte regioni ed in alcune aziende di eccellenza, con il sistema duale. Attraverso le buone pratiche delle settimane sociali potremo capire come rafforzare e migliorare la legge ed anche riflettere su un maggiore coinvolgimento delle comunità ecclesiali. In Italia manca spesso una pedagogia del lavoro, responsabilità sia a volte delle scuole, ma anche di molte imprese orientate più al profitto che all’investimento sul futuro delle competenze dei nostri giovani.
Con le norme sul welfare aziendale, agendo su una forte leva fiscale, come legislatori abbiamo cercato di incrementare la contrattazione di secondo livello per rendere possibile la conciliazione lavoro famiglia, gli investimenti in formazione, in previdenza complementare, in sanità integrativa. Grazie alle buone pratiche di Cagliari potremo verificare quanto di benessere e di ben vivere nelle imprese hanno generato i progetti di welfare e come questi si integrano e possono arricchire l’offerta di servizi territoriali. Ma i cercatori di LavOro delle settimane sociali si propongono anche di rompere la “cappa di impotenza”, che sembra esserci nel vissuto del lavoro in Italia, come si dice nel documento preparatorio. Quando ho partecipato ad alcuni incontri di preparazione a Cagliari con ragazze e ragazzi del Progetto Policoro, nato oltre 20 anni fa per contrastare la disoccupazione giovanile soprattutto al Sud, ho notato persino in questi giovani che hanno il compito di animare le loro comunità, la sofferenza per un lavoro non dignitoso, quando questo è svolto in nero o malpagato.
Ed allora il monito del Papa che con il lavoro “l’essere umano esprime e accresce la dignità della propria vita” deve continuare ad essere il faro per il nostro quotidiano impegno in Parlamento. “La politica, tanto denigrata, è una vocazione altissima, è una delle forme più preziose della carità, perché cerca il bene comune” afferma papa Francesco nell’Evangelii Gaudium. Con le settimane sociali la Chiesa si mette al servizio per promuovere e connettere le forze ed aiutare il Paese a risolvere le questioni legate al lavoro, noi politici ci mettiamo in ascolto per continuare un percorso.
* Capogruppo Pd in Commissione Lavoro e Politiche Sociali del Senato