Opinioni

La lezione di un referendum in Svizzera. Il voto on-line non è democrazia diretta

Marco Morosini martedì 19 febbraio 2019

È interessante come proprio nei giorni della consultazione on-line del Movimento 5 stelle sull’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro Matteo Salvini arrivi dalla Svizzera la proposta di un’istanza perentoria: «L’uso di sistemi elettronici di votazione è proibito ».

Questo nuovo articolo sarà scritto nella Costituzione elvetica del 1848 se gli elettori voteranno 'sì' a un’iniziativa referendaria popolare lanciata negli scorsi giorni da un ampio e autorevole comitato. L’iniziativa si chiama 'Per una democrazia sicura e credibile (E-Voting-Moratorium, https://moratoire-e-vote.ch)' e del comitato promotore fanno parte decine di informatici, personalità pubbliche e politici. Questi ultimi sono di tutti i partiti e specialmente delle loro sezioni giovanili, ossia di chi meglio conosce le tecniche e i rischi digitali.

Ci sono anche il presidente del Partito Verde e il co-presidente del Partito pirata, oltre a Renè Droz, il veterano che per decenni ha operato nella difesa digitale dell’esercito svizzero, i militanti informatici libertari di Chaos Computer Club e Società Digitale. Sulla base di tante esperienze fallimentari in Svizzera e nel mondo, i referendari considerano il voto on-line insicuro, manipolabile e quindi un pericolo per la democrazia diretta, proprio quel sistema a cui, da secoli, gli svizzeri sono molto affezionati. Ogni tre o quattro mesi, infatti, votano su schede di carta, e ne sono ben soddisfatti. Secondo il comitato di iniziativa popolare contro l’evoto, quasi tutte le istituzioni che lo hanno provato hanno avuto problemi e lo ha abbandonato.

In Svizzera il cantone di Ginevra e altri cantoni hanno interrotto le sperimentazioni. Inghilterra, Francia, Finlandia, Norvegia e la Germania hanno abbandonato i loro progetti. Alcuni hacker (sabotatori) hanno violato in poche ore alcuni sistemi di e-voto nordamericani, fino ad allora considerati inattaccabili. Gli stessi sistemi di voto politico della Casaleggio Associati sono stati violati diverse volte dall’hacker 'Rogue_0' e censurati dal Garante della privacy, che ha chiesto modifiche al sistema. Ma questo non sembra preoccupare nessuno e nemmeno le più alte cariche dello Stato in un momento in cui con questi sistemi inaffidabili si è svolta una votazione online del Movimento 5 stelle dalla quale dipenderà in parte la votazione in Parlamento sulla sorte di un Ministro e forse anche quella del governo.

Un altro tema, messo in evidenza in Svizzera dal Partito Verde, riguarda il rischio di privatizzazione delle elezioni, perché molte aziende private hanno offerto sistemi e-voto. Quasi tutte queste imprese, però, hanno ritirato i loro programmi perché vulnerabili. L’iniziativa svizzera 'Per una democrazia sicura e credibile (E-Voting-Moratorium)' è particolarmente interessante per l’Italia, dove il primo 'partito digitale' al mondo è arrivato al governo dopo essersi strutturato e aver nominato il suo personale, compreso il suo leader, mediante centinaia di votazioni in internet. Nella prassi del Movimento 5 stelle l’e-voto sostituisce il voto su carta. Dove l’e-voto è sperimentato, tuttavia, esso si aggiunge come opzione al diritto immutato di votare su carta. Quando però la votazione informatica è l’unica possibile, essa nega il diritto elettorale a tutti coloro che per povertà, età, scarsa istruzione e insufficiente competenza non possono o non vogliono votare attraverso la Rete.

Quasi metà degli adulti in Italia non usano agevolmente internet, e in particolare i residenti nel Sud, gli anziani, le donne, i poveri e i poco istruiti. Dall’iniziativa popolare in Svizzera ci arriva quindi un forte messaggio sulla definizione di democrazia diretta, proprio dal Paese che l’ha inventata e la pratica intensamente. In Italia le votazioni in internet sono erroneamente chiamate da chi le organizza 'democrazia diretta'. Invece sono proprio il suo contrario, perché escludono una buona parte delle cittadine e dei cittadini, non sono sicure e possono essere facilmente manipolate dall’interno o dall’esterno.