Le libertà dei moderni hanno ispirato e prodotto i diritti umani. Ma oggi questi diritti devono tornare alla fonte delle libertà, per non essere sviliti, contraddetti da un processo involutivo sempre più serio. Essi sono insidiati da tempo da una duplice patologia. Si sono moltiplicati al punto tale che sono stati trasformati in diritti dei semplici interessi individuali, mortificando così la centralità della persona. Ne è derivata una sorta di elefantiasi, con la conseguenza che se ogni bisogno diviene diritto, alla fine non esiste alcun diritto umano vero. Sono stati poi inseriti, nelle tavole dei diritti universali, scelte e atti riprovevoli, che erodono dall’interno le libertà fondamentali, come la libertà di coscienza, e di religione.La libertà di coscienza ha conosciuto una stagione esaltante col riconoscimento dell’obiezione al servizio militare, ed è radicata nel diritto della persona di resistere alle leggi che si ritiene ingiuste, e delle confessioni religiose di agire in conformità ai principi della propria fede e idealità. Da tempo, con un meccanismo perverso, si vanno rovesciando i valori che sono alla base delle libertà moderne per intaccare e deformare la libertà religiosa, di coscienza, il diritto di obiettare.Si è iniziato col trasformare l’interruzione della gravidanza in un vero "diritto" della donna, con ciò che ne deriva in termini di positività e, poi, di esaltazione. Ne è derivata la svalutazione e la critica dell’obiezione di coscienza all’aborto, sempre più diffusa tra uomini e donne di medicina eppure mal tollerata, a volte osteggiata in ambito politico- culturale. Si è realizzata un’ulteriore involuzione quando in Inghilterra si è imposto alle strutture religiose che curano l’infanzia di affidare bambini a coppie di persone dello stesso sesso. Una scelta drammatica, basata tra l’altro sullo slogan "non c’è un diritto assoluto alla genitorialita", e che viola in modo pesante la libertà delle Chiese, e dei loro fedeli, di agire in conformità a princìpi di cui sono interpreti a motivo della propria fede. La china è divenuta inarrestabile, e si teme ormai che alle Chiese possa imporsi qualsiasi comportamento legittimato dalle norme civili ma contrastante con principi etici fondamentali.È recentissima la decisione di Barak Obama di addossare alle organizzazioni confessionali (o di tendenza religiosa) l’onere finanziario per le pratiche contraccettive dei propri dipendenti. È legittimo il timore che possa realizzarsi la svolta autoritaria definitiva, per la quale potrebbe imporsi alle strutture assistenziali religiose (o laiche) di praticare l’eutanasia, o pratiche similari, solo perché la legge in taluni ordinamenti le ha rese possibili. È a rischio molto più di un principio giuridico: se alle Chiese e alle altre religioni è impedito perfino di agire in coerenza con i propri principi, di quale libertà religiosa stiamo parlando?Di qui il pericolo che investe, oggi, la prospettiva dei diritti umani. Dopo l’affermazione delle libertà dei moderni, si sta profilando il rovesciamento delle idealità che ne erano alla base. Occorre tornare alla loro autenticità, che affonda le radici nelle profondità del pensiero cristiano, ed esalta i diritti delle persone, l’incoercibilità della coscienza, la libertà religiosa che Francesco Ruffiani e Arturo Carlo Jemolo considerano la prima di tutte le libertà. In questo modo viene meno anche quella finzione che sembrerebbe costituire un punto fermo del relativismo moderno: quando si legittima l’aborto, l’eutanasia, forme diverse di famiglia, in realtà non si obbliga nessuno a fare alcunché, ma si permettono solo libere scelte individuali.