Dopo la sentenza della Cassazione che «apre» alla possibilità di adozione da parte dei single già si sente discutere di «male maggiore e bene minore», quasi fossimo alla politica della riduzione del danno. Forse allora è bene porsi una domanda fondamentale in premessa: la prospettiva che si possano affidare programmaticamente bambini a persone sole ha un senso educativo? Oppure ci si arriva solo per assecondare una deriva sociale, che non tiene conto del bene supremo del bambino ad avere un padre e una madre?