I canti della Chiarastella. Il racconto e la benedizione per le masserie del Salento
ASTRINA
Ascosìte oli ca i nnitta e’ mmali ene alìssio cino ca ìpane i profèti o Teò ghennìsi ambrò is na tàmali icessu ’na staddha oli tsichrammèni. Jai crovàtti iche nan mangiatùra me t’ àchero ca eddre to’ pulàri i Matònna oli prichì ton canonìsi ca enn’ iche sparganùddhia na tu vali. Éstase poi to pasca Pifanìa istàsane i Re Mmaggi is o Christòmma ascòse na tos dochi tin vloìa o Bombinaci decatrìs merò. Arte ca istàsamo is tutti massèria vloùme tes porte me olo to limbitàri vloùme tin mana me ola ta pedìa ce poi ton ciùri ca ene o generàli.
Alzatevi tutti che la notte è grande/ è vero quello che hanno detto i profeti/ Dio è nato vicino ad un bue/ in una stalla tutta fredda. Per letto aveva una mangiatoia/ con la paglia e un asinello che la mangiava/ la Madonna tutta triste lo guardava/ che non aveva panni da mettergli. È arrivata poi l’Epifania/ sono arrivati i re magi al nostro Cristo/ si è alzato per benedirli/ il Bambinello di tredici giorni. Ora che siamo arrivati a questa masseria/ benediciamo le porte con tutta la soglia/ benediciamo la mamma con tutti i figli/ e poi il padre che è il generale.
La strina è una canto natalizio di buon augurio che ancora si svolge nella settimana tra Natale e Capodanno in molte aree dell’Italia centromeridionale e in particolare nei paesi di antica tradizione ellenofona presenti in Calabria e in Puglia. A Corigliano d’Otranto (Le) il canto si compone di circa trenta strofe e viene tuttora eseguito da un gruppo di cantori accompagnati da una piccola orchestra di strumenti tradizionali (tamburelli, tamburi a frizione, sonagli, nacchere e organetto o fisarmonica) che si recano di notte, nelle masserie sparse tra le campagne intorno al centro abitato, per augurare buona fortuna a tutti i membri della comunità. Un tempo veniva eseguito da due cantori che si alternavano esponendo il racconto degli eventi legati alla nascita di Gesù. La parte centrale della cantata era legata alla benedizione della casa che li ospitava e si concludeva con la richiesta di doni alimentari (uova, formaggio, galline, vino...).
Negli ultimi anni alcuni insegnanti della scuola primaria locale hanno introdotto lo studio della strina nell’àmbito delle proprie attività didattiche. Questa nuova esperienza formativa, accolta con grande affetto e partecipazione da tutta la comunità di Corigliano, ha favorito la ripresa di questa antica tradizione che oggi annovera come protagonisti tanti giovani cantori e musicisti che riperpetuano l’antica usanza di offrire le strine in griko agli anziani del paese come segno sincero di affetto e riconoscenza.