Opinioni

Il punto vero è la libertà. I ripetuti attacchi di un ministro

Marco Tarquinio venerdì 21 dicembre 2018

E così saremmo noi, anche noi, il problema dei poveri italiani. Qualche giorno fa ci siamo ritrovati nei panni degli antagonisti dei «disabili», ora in quelli dei competitori di quanti sono in «difficoltà economica». Matteo Salvini lo va ripetendo... È proprio in difficoltà un politico di mestiere che si riduce a questo.

Anche se oggi è il segretario di un partito importante: la Lega, anche se ha scelto di essere il secondo (e ultimo) azionista di una maggioranza dai numeri orgogliosi e dalle stentate realizzazioni, anche se è responsabile del Ministero dell’Interno, decisivo per la sicurezza e la libertà di tutti. Già la libertà... Quando ieri il ministro Salvini dai microfoni di Radio Rai ha di nuovo attaccato "Avvenire" prima in compagnia di altri importanti quotidiani (il "Corriere della sera" e "la Repubblica"), poi come testata giornalistica simbolo di tutta la stampa realizzata in cooperativa e/o secondo statuti aziendali non profit che sarebbe «beneficiata» da ingiusto sostegno ha detto una menzogna e si è lasciato sfuggire una verità.

La menzogna è la lunare accusa di "furto" rivolta ai giornali e periodici "diversi" (e anche diversissimi tra loro): oltre al nostro, "il manifesto", "Il Foglio", "Libero", "Italia Oggi", "Roma", "Primorski dnevnik", i settimanali cattolici e laici della provincia italiana... più di 150 testate e circa diecimila lavoratori, regolarmente, sobriamente e degnamente impiegati.

Giornali realizzati in cooperativa o senza fini di lucro, e assoggettati per questo al rigore assoluto di norme e controlli riscritti pochi anni fa anche col contributo del partito guidato da Salvini e persino del M5s, che pure ha sempre dichiarato la propria ostilità di principio al limitato Fondo posto a presidio del pluralismo e della «biodiversità» nell’editoria italiana. Giornali paragonati ora a una sorta di ladri: ladri di risorse altrimenti destinate agli ultimi della nostra società. Procedano su questa strada, schiantando e indebolendo un altro po’ di testate (dopo l’impressionante morìa degli ultimi dieci anni di crisi) e "produrranno" altri veri poveri ai quali promettere la retorica abolizione della povertà e un Reddito garantito...

La verità è molto dura e semplice. Il problema sollevato da Matteo Salvini non è il problema di urgente giustizia sociale, ma è un problema di urgente regolamento di conti con una stampa scomoda perché libera ("Avvenire" assieme ad altri grandi quotidiani) e soprattutto con quella porzione di mondo dell’informazione italiana che sta sul mercato, ma ai diktat e alle logiche del mercato non è completamente assoggettata e per questo si assoggetta, invece, a giustamente severe regole ("Avvenire" e gli altri giornali diversi ai quali non caso il Governo intende aggiungere emittenti altrettanto diverse, libere e scomode come "Radio Radicale"). Non cerchino scuse e non le agitino, il signor Ministro e la sua maggioranza. Vogliono dare una lezione ai giornali che fanno ombra. Si vede e si capisce. Ognuno giudichi.