Il direttore risponde. Il prezioso ruolo delle Fondazioni
Caro direttore,
Leonardo Becchetti offre su "Avvenire" del 1° agosto una versione volutamente caricaturale delle preoccupazioni da noi espresse su "la Repubblica" sul futuro delle Fondazioni bancarie e ampiamente confortate con dati, ragionamenti ed esempi. Vogliamo però rassicurare i lettori su un punto: a noi preme tanto quanto a moltissimi di loro (compreso, speriamo, lo stesso Becchetti) che esista in Italia un Terzo Settore vasto e solido, perché assolve un ruolo molto importante soprattutto in questo momento di crisi. È proprio per questo che ci preoccupiamo dell’effettivo stato patrimoniale delle Fondazioni; ed è questa motivazione che ci ha spinti a porre quesiti e muovere critiche alla attuale configurazione e comportamento delle Fondazioni bancarie. Vogliamo essere sicuri che non stiano bruciando il loro patrimonio per partecipare agli aumenti di capitale delle banche conferitarie giusto per non perderne benefici di controllo. Vogliamo essere sicuri che il modo in cui investono la loro dotazione sia quello migliore per assicurare la loro sopravvivenza. Una Fondazione che investe metà della propria dotazione in una singola banca mette a rischio la sua missione, come testimonia il caso della Fondazione Monte Paschi. Secondo Becchetti, richiamare le Fondazioni agli obiettivi che la legge loro assegna e che non sono certo quelli di fare da azionisti di riferimento delle banche, ma di conseguire opere di utilità sociale significa essere detrattori delle Fondazioni. Detrattori significa calunniatori. Vuol dire Becchetti che la legge italiana insulta le Fondazioni bancarie?
Tito Boeri e Luigi Guiso lavoce.info