Il matrimonio è uno sia sul piano civile che sacramentale. Diverse le unioni
Gentile direttore,
è lecito fra cattolici avere opinioni diverse, e la distinzione fra 'matrimonio sacramentale' lecito solo fra maschio e femmina e 'matrimonio civile' moralmente lecito anche fra omosessuali, non mi trova d’accordo. L’affermazione del Genesi che Dio ha fatto l’uomo maschio e femmina perché i due fossero una sola carne (cfr. Gen 2,24) citata da Gesù per affermare l’indissolubilità del matrimonio (cfr. Mt 19,3-5 ) implica a maggior ragione come dato antropologico e non sacramentale che il rapporto matrimoniale è concepibile solo fra maschio e femmina. Del resto, si sostiene che la morale cristiana non è una morale rivelata speciale per credenti, ma una morale razionale valida per tutti, altrimenti si romperebbe la connessione propria e fondamentale della teologia morale cattolica con la ragione, senza la quale è impossibile qualsiasi dialogo in campo morale con i non credenti. Cordiali saluti
So, gentile e caro amico, che ci sono anche cattolici che accettano l’idea di un 'matrimonio civile' tra persone omosessuali. Io, invece, credo e scrivo da anni che 'unioni civili', diverse dal matrimonio, tra persone omosessuali, ma anche tra persone che si sostengono a vicenda (come, per esempio, due sorelle o un fratello e una sorella o anche due amici di due amiche) siano utili e accrescano il tasso di solidarietà nelle nostre società. Unioni, non matrimoni. E aggiungo da sempre che mi pare lunare sostenere che è solo il (possibile) rapporto sessuale tra due esseri umani a rendere socialmente rilevante l’amore (che si esprime anche come amicizia, fraternità e sororità). Il 15 dicembre scorso papa Francesco nel volo di ritorno dalle sue visite apostoliche in Ungheria e Slovacchia, è tornato con grande nitore ed efficacia sulla distinzione tra matrimoni e unioni. Una strada sensata e, dunque, da percorrere. Purtroppo in Italia si è avviato un percorso intermedio (unioni per alcuni aspetti similmatrimoniali) e in diversi altri Paesi, da ultimo la Svizzera, si sta prendendo la via del 'matrimonio per tutti'. Con quello che inevitabilmente ne consegue sul piano del cosiddetto 'diritto al figlio' per ogni tipo di coppia, anche dello stesso sesso. Eppure la generazione di nuova vita avviene – dovrebbe sempre avvenire – solo nell’incontro tra la libertà e la responsabilità di una donna e quelle di un uomo... Di qui, il dilagare di pratiche di laboratorio sempre più azzardate, del commercio di gameti e della pratica disumana della 'gravidanza per altri', ovvero del-l’affitto del grembo di una donna-madre ridotta a incubatrice. Di qui, il dibattito – serio, complesso e preoccupato – sulle essenziali condizioni per poter adottare. Ne scrivo e ne scriviamo da anni, e dovremo continuare a farlo.