Se la solidarietà cede alla logica delle vite «senza valore». Il filo rosso e il filo nero della biotica di sinistra
I progetti del presidente francese François Hollande, rilanciati ieri dal suo ministro della Giustizia Christiane Taubira, e le ripetute dichiarazioni di Nichi Vendola suggeriscono più di una riflessione sugli aspetti schizofrenici della sinistra europea nelle grandi questioni della bioetica e in quelle relative all’istituto della famiglia. Limitiamo oggi le nostre osservazioni al campo bioetico, senza perdere di vista il secondo aspetto.
l filo rosso della sinistra europea è stato tradizionalmente quello della promozione della giustizia sociale e della rivendicazione di diritti economici e sociali per tutti e in particolare per i ceti più deboli della società. Il filo rosso è quello della solidarietà, del perseguimento di un bene comune che si estenda a tutte le persone. Non si può non concordare su questi obiettivi storici che sono permanenti e hanno bisogno di essere sempre aggiornati alle nuove condizioni della società e dell’economia.
Il filo nero è invece costituito da tutta una serie di rivendicazioni di diritti individuali, che passano abusivamente per progressiste, ma in realtà vanno nella direzione opposta alla costruzione del bene comune e sono perciò involutive. Puntando specificamente alle questioni bioetiche, occorre denunciare l’assunzione acritica da parte del pensiero di sinistra delle posizioni dell’individualismo più estremo, proposte dalla bioetica prevalente nell’ambito anglosassone. Come dire che la sinistra europea, in materia di bioetica, vuole morire capitalista. Infatti la bioetica dei diritti estremi che la sinistra sposa in materia di aborto, fecondazione artificiale, sperimentazione sugli embrioni, eutanasia, è la trasposizione pedissequa di una bioetica libertaria che, pur di ampliare l’ambito della propria azione, non esita a costruirsi un concetto di persona ad hoc. Con questo nuovo concetto di persona, i deboli tra gli uomini vengono privati di diritti, compreso quello della vita, perché sono "dichiarati" materiale biologico. È un triste risultato che ci si aspetta dall’individualismo cinico, ma non certamente da coloro che affermano di voler sostenere la solidarietà tra gli uomini e l’attenzione ai più deboli. Eppure le sinistre europee e nostrana parlano di questi temi con un dogmatismo pacifico, in una alleanza innaturale con le posizioni del radicalismo (che estremizza la sua matrice liberale), senza la volontà di discutere le questioni di base che come tutti sanno sono il concetto di persona umana e quello di libertà.Al momento, il procedimento adoperato a sinistra è il seguente: stabilito – come sostiene la bioetica anglosassone – che ci sono uomini e donne senza valore, procediamo a riconoscere i più ampi diritti a coloro che valgono. Questo procedimento va messo in discussione. Non è stabilito per niente che ci siano uomini e donne senza valore. A questo dovrebbero pensare gli altrimenti pensosi leader della sinistra. Il filo nero deve essere strappato e sostituito da un altro filo rosso del rispetto per ogni vita dal suo inizio alla sua naturale. Su questa base si può cominciare a ricostruire una bioetica condivisa.