Il disordine globale nasce da un gran vuoto d'amore (non di scettro)
Gentile direttore,
mentre sgomenti osserviamo l’abbigliamento degli studenti italiani, accostato con le giacche e pantaloni ordinati e stirati degli studenti inglesi, scopriamo un regno, dove non si sono succeduti 67 governi, come in Italia, dal dopoguerra a oggi. Un solo simbolo di autorità e sovranità, ciò che infastidisce i banchieri europei: la sovranità pare sia difficile da gestire a livello fiscale. Nelle monarchie regna la stabilità, nelle democrazie l’instabilità. Eppure la finta democrazia italiana dovrebbe apprendere dal Regno Unito moltissimo, l’autorevolezza e la sovranità il popolo italiano l’ha smarrita da decenni. A noi non resta che guardare il Sovereign’s Orb, lo scettro che viene usato per l’incoronazione del sovrano britannico e in occasione del suo funerale solenne, che ospita il diamante Cullinan I da 530,2 carati, lì a rappresentare un potere che va saldato a liturgie che terminano con una parola latina “Amen”. La sequenza dei rituali è sostanziale, crea legami, altro che società libera globalfree esentasse; rafforza le proprie identità senza le quali è impossibile vivere in società; delinea un ordine normativo che crea perfetta coesione sociale. Senza ordine non esiste la società, esistono vari tentativi per omologarla e farne un monolite comodo alle banche mondiali. Lo scettro e il globo sulla bara della sovrana a nostro monito! Il mondo si governa solo con l’identità e il legame alla tradizione, agli altri non resta che ammirarlo, incapaci di comprenderne il prestigio.
Il mondo si governa, credo, mettendo in dialogo le diverse identità e costruendo con pazienza, secondo il disegno di Dio, fraternità e pace. Dunque, come lei dice, gentile professoressa Manfredini, senza omologazioni. E, aggiungo io, senza esclusioni disumane e senza multinazionali e nazionalistici egoismi, magari – qui cito ancora lei – «esentasse ». La tradizione che salva tutti e tutto è la comprensione dell’«amore che move il sole e l’altre stelle» (Paradiso, XXXIII canto, v. 145). Penso che il disordine mondiale derivi da un vuoto d’amore, non di scettri diamantati che invece – in diversi modi – vengono impugnati e ostentati dai potenti e ricchissimi della Terra. Penso anche che la figura che lei evoca, quella della regina Elisabetta, con lineare fedeltà al proprio dovere, e qualche volta anche forzando la propria indole, abbia soprattutto saputo farsi amare. Per creare un circuito tanto virtuoso sono utili e persino essenziali i riti che “addomesticano” il cuore, cioè legami vivi e come ha spiegato una volta per tutte, con potente semplicità, Antoine de Saint-Exupéry nel dialogo tra la volpe e il suo “Piccolo Principe” (capitolo XXI). Una minima notazione finale: Amen è parola ebraica, ma tutte le lingue, latino incluso, in cui il seme buono del Vangelo di Cristo è germogliato, l’hanno fatta propria. Per umana consapevolezza della verità e della forza dell’amor di Dio. E l’amore è la radice di ogni autentico prestigio, perché ci fa assomigliare a Lui...