La tregua di Natale 1914 è un bel film. Facciamone il film di Natale del 2022
Un lettore propone di organizzare addirittura una simultanea su canali tv e circuiti cinematografici con “Joyeux Noël - Una verità dimenticata dalla storia”, commovente racconto delle tregue spontanee e delle celebrazioni tra nemici che avvennero nella Notte Santa del primo anno della Grande Guerra. Chi ha il coraggio di aderire?
Caro direttore, c'è un film che non è molto conosciuto, ma merita di essere visto e rivisto. La storia: Natale 1914, i soldati avversari che si sparavano smisero di farlo e si misero a cantare insieme. Sarebbe notevole se tanti media (cattolici e no) si coordinassero per una iniziativa fortissima per la pace nella settimana di Natale: trasmettere in contemporanea lo stesso giorno questo film in televisione e in circuiti cinematografici, lanciando questa programmazione simultanea con appropriati articoli sui giornali cartacei e digitali e sui notiziari online. Sognare è bello.
Valentino Spataro, Milano
È vero, gentile e caro amico, il film che lei propone per una grande e simultanea programmazione natalizia è davvero bello e commovente. È stato girato dal regista francese Christian Carion nel 2005, il suo titolo è “Joyeux Noël - Una verità dimenticata dalla storia”. È ambientato nelle trincee del dicembre 1914 e racconta una delle tregue spontanee che nel Natale di quell’anno annunciarono al mondo e agli alti comandi politici e militari di Francia, Gran Bretagna e Germania che qualcosa di nuovo stava accadendo sul «fronte occidentale» di un conflitto che s’era acceso da appena cinque mesi, che sarebbe stata chiamata Grande Guerra e che papa Benedetto XV nell’agosto del 1917 avrebbe definito, in modo doloroso e indimenticabile, l’«inutile strage». Gli uomini schierati per uccidersi misero da parte le armi e cantarono il Natale insieme sulle note di Stille Nacht e di Adeste fideles. Celebrarono insieme la nascita di Cristo. In qualche caso improvvisarono anche partite di calcio, disarmando lo scontro, ritualizzandolo giocosamente e rendendolo inoffensivo. Qualcosa di così nuovo e potente che i “signori della guerra” corsero ai ripari, irrogando punizioni e trasferendo e riorganizzando i reparti militari protagonisti delle tregue spontanee. La cosa immensa di quegli eventi fu che nessuno li aveva programmati e nessuno li coordinava, ma avvennero, dentro un anelito e un “respiro” umano e cristiano che nei mesi e anni successivi quella guerra – come ogni guerra – avrebbe tentato di soffocare nei modi più orribili, e purtroppo con successo. Nel 1915 le tregue spontanee di Natale furono molte di meno o vennero rifiutate da una delle parti. E dal 1916 l’immane carneficina non conobbe soste. Le obiezioni alla guerra oggi come ieri vengono fatte a pezzi da chi ha tutte le ragioni del mondo per acconsentire al massacro e tutta l’arroganza necessaria per immaginarsi alla fine vincitore...
Sogno, come tantissimi, il miracolo di una tregua di Natale, chiunque sia a deciderla e a incominciarla. Una tregua che fermi le stragi e le sopraffazioni in ogni parte del mondo, e a cominciare quest’anno da quelle che piagano il cuore orientale d’Europa, opponendo due popoli di tradizione cristiana come i russi e gli ucraini. Anche le tregue possono essere contagiose. E riescono spesso a diventare i poveri semi di una pace da coltivare e custodire con umiltà, con pazienza e con visione. Ma penso anche che abbia ragione lei, caro dottor Spataro, a suggerire almeno qui in Italia un vasto e persino corale auspicio di pace in forma di film. Sarebbe un altro piccolo-grande miracolo di Natale. Se le tv di casa nostra e i circuiti cinematografici (pubblici e privati, cattolici e no) lo realizzassero, programmando in contemporanea il racconto di quella tregua di Natale del 1914, sarebbe davvero bello. Oggi, infatti, “Joyeux Noël - Una verità dimenticata dalla storia” si può vedere solo via internet e a pagamento. Qualcuno ha il coraggio di rimettere mano a palinsesti e programmazioni? “Avvenire” è pronto a contribuire al lancio mediatico dell’iniziativa, e oso pensare che non saremmo del tutto soli.