Opinioni

Responsabilità, impegno, concretezza. Le parole chiave della sorpresa Draghi

Marco Tarquinio sabato 13 febbraio 2021

Caro direttore,
c’era un vento lieve, che già poteva bastare per uscire dal letargo politico e ricercare un ampio confronto in merito al modello sociale da ricostruire dopo il periodo tremendo della pandemia e le sue nefaste conseguenze, ma tutto sembrava bloccato dalla paura di muovere gli equilibri, che mantenevano lo status quo della maggioranza in carica da 17 mesi. Fino a che la paralisi si è fatta terremoto che ha sconvolto tutto, costringendo – in un momento drammatico per gli italiani – a superare i vecchi schemi per aprirsi a un nuovo e ampio confronto. E così martedì 2 febbraio il presidente Mattarella ha chiamato il professor Mario Draghi per affidargli – secondo il dettato costituzionale – un incarico preciso: costituire un nuovo Governo con ampio sostegno parlamentare. Sono fioccate proposte e caduti veti incrociati. Abbiamo assistito al cambio di linguaggio e pure di scelte strategiche, come a palesi difficoltà ad accantonare approcci precostituiti per mettere al primo posto il contributo possibile da dare per il bene dell’Italia e non quello del proprio partito. Credo che la scelta ampiamente maggioritaria attorno al governo Draghi potrà favorire una forte rigenerazione di tutti coloro che oggi hanno responsabilità nelle varie Istituzioni, anche locali. Ma, soprattutto, spero che sarà da stimolo alle giovani generazioni per prepararsi adeguatamente a entrare nell’agone politico, considerandolo il luogo in cui ciascuno mette in campo i propri talenti per l’interesse generale, e dove la gara non è nello scontro verbale bensì su progetti di ampio respiro, di medio-lungo termine. E, sempre in un’ottica di responsabilità sociale.
Giuseppe Delfrate, Chiari (Bs)

Caro direttore,
per dare un titolo e un corpo al mio pensiero dedicato al neonato governo Draghi vorrei parafrasare Fabrizio De André, storpiando un po’ il titolo di un suo vecchio e bellissimo album ispirato alla raccolta di liriche di Edgar Lee Masters note come “Antologia di Spon River”: «No al denaro, sì all’amore e sì al cielo». Il mio sommesso suggerimento al cosiddetto governo di «alto profilo» e a chi lo guida è di stilare il proprio programma, ricorrendo come utile promemoria di ciò che è davvero essenziale alle due ultime encicliche di papa Francesco: Laudato si’ eFratelli tutti. Sicuramente ne trarrebbero molti preziosi insegnamenti e anche concrete indicazione in campo ambientale, economico e sociale. Perché il Papa, lui sì, ha veramente a cuore il destino di tutti gli uomini nel senso più pieno e universale di questa espressione...
Alessandro Beltramba

Caro direttore,
ebbene sì, c’è un’urgenza che dovrebbe essere fondamento, pietra angolare del vivere civile e quindi della nostra Repubblica. È l’urgenza di non essere più complici di centinaia di omicidi perpetrati dall’indifferenza, nelle acque del nostro mare Mediterraneo; è l’urgenza di azioni concrete contro i campi di concentramento, cioè di tortura e di morte, presenti in Libia e finanziati dalla nostra democrazia; è l’urgenza di persone disperate, spesso giovanissime, che affondano nella neve a due passi dai nostri confini orientali. L’Italia può essere artefice di politiche di pace internazionale (parliamo di produzione e traffico d’armi, per esempio?), può sviluppare politiche di sostegno ai Paesi in via di sviluppo (come mai le Ong riescono a fare progetti con fondi ridicoli rispetto a quelli degli Stati?), può costruire senza troppi costi, anzi con ritorni positivi sullo sviluppo umano e sociale, corridoi umanitari di accoglienza e di integrazione. Non si tratta di dare ragione a questo o quel partito; si tratta di mettere mano al più bel programma politico che sia stato scritto: la Dichiarazione universale dei diritti umani. Qualcuno lo può dire a Draghi?
Carlo Meazza, Milano

Caro direttore,
le scrivo perché sono piuttosto irritato e nauseato dai politici e dalle chiacchiere che riempiono le televisioni. I primi fanno a gara per accaparrarsi il “merito” di appoggiare il nuovo governo che devono sostenere innanzitutto per “dovere” e per “rispetto” degli italiani. Il merito va, piuttosto, al nostro amato Presidente della Repubblica che, al quanto arrabbiato e deluso dalla classe politica, nel suo discorso di qualche giorno fa ha semplicemente, con garbo e fermezza, “pelato vivi” i politici attuali, narcisisti e infingardi. Certi comportamenti mi fanno venire in mente il detto milanese “anca i pures g’han la tuss”: la scena politica e il nostro Parlamento sono purtroppo pieni di “pulci che hanno la tosse” e devono farsi sentire comunque... Le televisioni per contro continuano a bombardarci di talk show dove compaiono tanti politici e commentatori, e purtroppo il più delle volte si tratta di show di professionisti delle chiacchiere vuote che ci ammorbano con elucubrazioni futuriste e fumose. Mi auguro che il professor Draghi, oggi ufficialmente a capo di quello che lei, direttore, ha chiamato un “governo di servizio”, con la sua competenza e serietà universalmente riconosciuti, il suo carisma e la sua comunicazione sobria e soda imprima una sterzata che tutti siano costretti a seguire. Ringraziandola per le “iniezioni di buon senso” che ogni giorno cerca di fare a tutti noi con il suo giornale, la saluto con la stima di sempre.
Carlo Maria Pagliari, nonno felice anche se un tantinello politicamente irritato

Caro direttore,
sono contento per la riconferma dei ministri Roberto Speranza, Luigi Di Maio e Dario Franceschini, a mio parere lo meritano! Da italiano sono onorato e felice per la nomina di Marta Cartabia alla Giustizia. Mi è davvero molto dispiaciuto leggere la mancata riconferma della ministra Lucia Azzolina all’Istruzione. Un forte e sincero “in bocca al lupo” al presidente Mario Draghi, il suo valore viene riconosciuto dal mondo intero. Sarebbe opportuno, però, riconoscere al presidente uscente Giuseppe Conte i grandi meriti per avere ridato con la sua eleganza, savoir-faire e alta professionalità smalto e credibilità all’immagine dell’Italia in Europa. Ha dato tutto sé stesso per poter affrontare nel migliore dei modi possibili il tragico evento della pandemia che improvvisamente ha stravolto il pianeta. Nessuno è infallibile, ma non so chi al suo posto avrebbe saputo fare di meglio.
Raffaele Pisani, napoletano a Catania

Gentile direttore
alcune riflessioni circa il “terremoto” provocato dall’incarico a Mario Draghi e dalla nascita del suo governo. Spero che i ripetuti appelli di milioni di famiglie, di singoli, di ogni ambiente produttivo, di disoccupati, di persone disagiate o in completa povertà, in umiliante e tribolata attesa di provvedimenti efficaci riguardo a lavoro, sanità, diseguaglianze, risorse per una quotidianità almeno dignitosa troveranno voce in Draghi e ascolto nelle Aule parlamentari, tra quei politici che nel giro di pochi giorni – per ora solo sui media e sui social – esprimono propositi di cambiamento. Spero davvero mai più politici sempre contro, impegnati in passerelle nelle piazze in cerca di facili consensi, o spacciatori di “vaffa”, “me ne frego”, “tiro dritto”... Spero mai più politici con “ambizioni teologiche” e credenti ammutoliti e/o che prestano il fianco a sterili e distruttive polemiche; o silenzi complici in comportamenti e leggi inumani per presunta “sicurezza dell’Italia”. Spero mai più il “credo della negatività”, le litanie ossessive del cattivismo che attraverso lo stillicidio su social, tv etc. hanno provocato lacerazioni e contrapposizioni persino nelle famiglie. Spero che la società civile saprà anch’essa cambiare. Che noi anziani la smetteremo di star zitti e con “canuta saggezza” oseremo intervenire nei confronti dei/delle giovani (magari anche adulti), quando rivelano aggressività, incompetenza, ambizioni narcisistiche rovinose per il bene comune, e a maggior ragione se rivestono ruoli e mansioni pubbliche rilevanti. E noi laici cattolici del terzo millennio che ci proclamiamo amici di Cristo, là dove ci collochiamo (Lc18,8); ci sveglieremo dal lungo sonno? E tutti noi concittadini sapremo approfittare di questa opportunità e superare la sfida di un nuovo sviluppo? Più nessuno dovrà ritenersi esonerato dal dovere di ricomporre un clima sociale solidale, con speranza e gentilezza, perché ciascuno di noi sulla Terra contribuisce (Mt25,14) ad aggiungere un mattoncino per costruire la Casa comune, nessun altro potrà disporlo al nostro posto e in quella data maniera.
Angela Cicerchia Tacconi, Milano


Ci sono giorni in cui è bene lasciare la parola interamente ai lettori. Questa prima domenica del governo più atteso e insperato che in quarant’anni di giornalismo mi sia capitato di vedere nascere è uno di quei giorni. Auguri all’Italia, a noi tutti e a chi, governando bene, dovrà motivare la nostra fiducia e sostenere le nostre fatiche.