Il Comandante è sceso, ha lasciato la nave. Per ultimo, come si addice a ogni Comandante. Ieri in una cabina del ponte 8 della Costa Concordia gli uomini che smantellano lo scheletro gigantesco della nave naufragata al Giglio nel 2012 hanno individuato il corpo di Russel Rebello. Il giovane cameriere indiano era l’ultimo dei dispersi, la trentaduesima vittima. Le ricerche erano state interrotte a fine agosto, con l’intenzione di riprenderle non appena il grande relitto fosse lentamente riemerso riportando alla luce i ponti ancora sott’acqua. E così ieri mattina anche Russel è riemerso, in una cabina in cui nessuno lo cercava, in un ponte dove non avrebbe dovuto essere, schiacciato sotto il peso di un armadio spostato come un fuscello dalla furia delle acque quando la grande balena bianca, ferita a morte, si è girata su un fianco, andandosi a spiaggiare nella morte. Tremava, ieri, suo fratello Kevin, con cui ci trovavamo mentre la Protezione Civile gli dava la notizia. Tremava di emozione e dolore, ma anche di sollievo, in quel guazzabuglio di sentimenti che scuote il cuore quando la morte ormai è cosa certa da 1.025 giorni (li ha contati, Kevin), eppure improvvisamente si rinnova; e il ritorno delle spoglie diventa un paradossale spiraglio di speranza: «Lo avevo promesso ai miei genitori, ora tornerò a casa con mio fratello». Mamma Gladis, 65 anni, e papà Frank, 71, laggiù in India non hanno smesso un giorno di andare alla Messa e chiedere di potere un giorno avere una tomba su cui pregare. Sul cellulare i messaggi entrano a raffica, tivù che lo vorrebbero in studio, giornalisti che cercano l’intervista... ma Kevin legge solo i messaggi che sanno di amicizia e molti arrivano dall’Isola del Giglio, ormai una seconda casa. Abbracci e lacrime dai soccorritori, accorsi sull’isola nel 2012, dai sommozzatori, dalla Protezione civile, dai parenti delle altre vittime. Persino da Schettino: «Caro Kevin, ti sono vicino con l’affetto di sempre. Posso immaginare e comprendere i tuoi sentimenti in questo momento. Il dolore e il sollievo di poter riportare a casa l’amato Russel. Mi unisco alle tue preghiere»... Kevin non risponde né fa una piega. «Temevo fosse a pezzi come la povera signora Tricarico, di cui ad agosto hanno trovato il cranio – segue il filo dei suoi pensieri – invece mi hanno detto che è integro. Onore e rispetto a Russel e un benvenuto da eroe per lui». Il Comandante della Concordia fu visto l’ultima volta da un suo collega cameriere italiano: aveva ceduto il suo salvagente e aiutava i passeggeri a salvarsi. Ieri è sceso per ultimo.