Il direttore risponde. «Il centrodestra archivi l’era dei ras» Voglia di politica diversa e più giovane
Gentile direttore,
ho letto con interesse l’intervista che Arturo Celletti ha fatto al sindaco di Pavia, Alessandro Cattaneo (“Avvenire”, 28 maggio 2014). Il messaggio è chiaro: occorre un cambiamento vero e concreto all’interno del centrodestra e, soprattutto, all’interno di Forza Italia. Ne abbiamo avuto la conferma il 25 maggio. Il risultato delle europee è stato, infatti, il più negativo in assoluto dopo venti anni di successi. Io sono un semplice responsabile di Forza Italia Giovani nella provincia di Palermo, però, sono certo che non si può continuare così. Dividersi in fazioni e gestire un partito come se si gestisse una setta (o una loggia massonica) è infruttuoso e lo abbiamo constatato. Per questo, adesso, bisogna, come da tempo si sente dire, creare un nuovo gruppo dirigente giovane e preparato e occorre, contemporaneamente, avere un leader forte e credibile a livello nazionale, infatti, il nostro presidente, che per due decenni ha guidato più di 10 milioni di elettori, adesso non può più farlo del tutto. Il nostro obiettivo è portare una “primavera liberale” in Forza Italia, odiernizzandola e rinnovandola, avvalendoci anche dell’ausilio degli esponenti più maturi e migliori, ma puntando, soprattutto, ad aprire il partito a visi freschi e puliti e a belle menti, affinché ne diventino la nuova classe dirigente. Occorre, infatti, valorizzare i giovani e aprirsi al nuovo, cosa che invece finora i “ras” non hanno voluto, temendo, forse, un confronto interno con gli altri. L’apertura a questi nuovi “orizzonti”, tra l’altro, è l’unica alternativa che ha Fi se vuole ancora stare sul “mercato” della politica, che è oggi più che mai concorrenziale per, appunto, la concorrenza di Matteo Renzi, da un lato, e della giovane “orda” grillina, dall’altro. Riscoprire determinati valori in una politica sempre più “liquida”, come direbbe Bauman, è un obiettivo anch’esso primario. C’è da lasciare vecchie storie – vorrei dire “parentesi” – di bagordi alle spalle, traendone il giusto insegnamento. Inoltre, è necessario fare squadra, mettendo da parte malumori e rivalità personali e – se si vogliono bei risultati – bisogna anche ritornare ad ascoltare i cittadini, non chiudendoci tra le sontuosità dei palazzi, ma scendendo nelle piazze tra la gente e con la gente. Insomma, ci vuole politica seria, e io sono convinto – anche per esperienza diretta – che di buoni politici giovani ce ne possono ben essere.
Nunzio Panzarella responsabile Forza Italia Giovani Palermo e portavoce Primavera Liberale Sicilia