Opinioni

Il caso di Padova. Angelo e demone sotto lo stesso abito

Umberto Folena sabato 21 gennaio 2017

Dentro di noi abitano un angelo e un demone. Il demone può rimanere relegato in fondo all’anima e non emergere mai, o fare appena capolino con scarsi danni, o prevalere e allora… Ma, in rari casi, può anche capitare che i due si alternino nella stessa persona. Di giorno l’angelo si mostra in tutta la sua luce; di notte il demone si scatena in tutta la sua tenebra. Entrambi possono essere attraenti ed entrambi sono veri. Anche la persona è una sola, la stessa.

Potrebbe essere questa la verità, o almeno il nocciolo vero, della vicenda di don Andrea Contin, che fu parroco a San Lazzaro a Padova. Chi ha conosciuto il predicatore affascinante, l’organizzatore talentuoso, il prete carismatico non può credere che fosse anche un demone. Sarà un complotto, una perfida orchestrazione della stampa, un tragico equivoco. Non importa che ci siano prove e ammissioni.

Il don Andrea che noi conosciamo, dicono, è un altro. E non potevamo sbagliarci. Non hanno torto. Era un angelo. Ma era anche un demone. E anche chi credeva di aver incontrato un angelo dovrà farsene una ragione. Angelo e demone si alternavano, ma don Andrea rimaneva in fondo lo stesso: un uomo solo, un leader bisognoso di gregari, un regista affamato di un pubblico devoto, un buon imprenditore perfino, ma sempre mettendo al centro se stesso.

Anche le donne che manipolava e cedevano erano docili gregarie, lui a comandare e loro a obbedire. Sesso, e tanto; soldi, e tantissimi pare (questo un nuovo fronte delle indagini, vederemo quali saranno i risultati); sesso e soldi, però, non come fini ma come mezzi per perseguire il vero obiettivo, il potere.

Potere sugli altri: da angelo, come guida indiscussa e venerata della comunità; e da demone, con persone ridotte a carne docile. Angelo e demone e attenzione, perché tutti noi ne abbiamo uno in agguato in fondo all’anima. Per i cattolici si chiama peccato originale.

Quel "peccato" è la nostra capacità, la nostra scelta di sorridere e lasciare spazio all’angelo, relegando nell’oblio il demone; che però esiste, rimane lì paziente, pronto ad approfittare perfino di una nostra presunta qualità: essere carismatici, affascinare, attrarre. Per rendere migliori e liberare gli altri, da angeli; per manipolarli e corromperli, da demoni.